Lo studio Moreau Kusunoki lavorerà alla riqualificazione del Centre Pompidou di Parigi

Centre Pompidou
Place Georges Pompidou
Paris
Lo studio di architettura franco-giapponese Moreau Kusunoki, in collaborazione con lo studio di design Frida Escobedo, ha vinto il concorso per la riqualificazione e l’ammodernamento dell’edificio progettato da Renzo Piano e Richard Rogers nel 1977. Per permettere i lavori il Centro rimarrà chiuso per cinque anni a partire dalla fine dell’estate 2025.

Il Centre Pompidou di Parigi, uno degli edifici che hanno segnato l’architettura del XX secolo, sarà oggetto di un’ampia operazione di ristrutturazione, la prima della sua storia. L’intervento riguarderà sia la sicurezza, la sostenibilità e l’accessibilità della struttura che la rifunzionalizzazione degli spazi.

Il progetto tecnico

La componente tecnica del progetto, affidata agli architetti di AIA Life Designers, ha tre obiettivi principali:

  • ridare all’edificio tutte le potenzialità di una nuova costruzione;
  • garantire la durabilità e l’adattabilità di un edificio icona dell’architettura del Novecento;
  • limitare l’impronta ambientale.

In particolare, verrà rimosso l’amianto dalle facciate, si procederà al trattamento della corrosione della struttura principale, alla sostituzione della pavimentazione e al rinnovo degli ascensori, dei montacarichi e delle scale mobili per migliorare l’accessibilità alle persone con mobilità ridotta. Inoltre, verrà ottimizzata l’efficienza energetica dell’intera struttura.

Il progetto culturale

Lo studio Moreau Kusunoki, che ha firmato il progetto vincitore del concorso in collaborazione con Frida Escobedo, condivide con il progetto tecnico grande attenzione all’ambiente e alla sostenibilità e un approccio volto al risparmio energetico fin dalla messa in opera del cantiere. Da subito sono poi state individuate due caratteristiche da preservare dell’identità dell’edificio: il proporsi come uno spazio sperimentale in grado di reinventarsi nel tempo e rendere l’esperienza di ogni visitatore un processo unico di scoperta e la continuità con la città.

Significative in proposito le parole di Nicolas Moreau e Hiroko Kusunoki: “Aspiriamo a un’architettura che sia al passo con i tempi, che rispetti i valori generosi e i concetti innovativi e ambiziosi della visione originaria: l’utopia sociale di un centro culturale in perfetta continuità con la città, ‛un luogo aperto, per le persone, destinato all’incontro e al contatto’, un organismo ibrido in continua evoluzione che, riunendoli tutti, si interroga sul ruolo e i codici dei musei, delle biblioteche, delle arti performative e delle arti visive, nonché sulle aspettative dei diversi pubblici che frequentano, compongono e animano il Centre Pompidou”.

I pilastri del progetto

Quattro i principi alla base del progetto:

  • porosità fisiche e visive: un riferimento esplicito alla visione iniziale dell’edificio che viene ampliata in modo che nuove trasparenze aprano gli spazi tra loro e sull’ambiente urbano circostante, senza ostacoli visivi, con la luce che penetra in profondità e una maggiore porosità con la città;
  • chiarezza dei percorsi: una razionalizzazione e semplificazione dell’organizzazione degli spazi per facilitare l’esperienza dei visitatori, soprattutto quelli nuovi;
  • attivazione e riqualificazione degli spazi: liberare gli spazi fisicamente e visivamente per sfruttarne al meglio le potenzialità puntando su versatilità, accessibilità, mescolanza di pubblici diversi, relazioni visive trasversali e restituendo all’edificio il suo carattere di piattaforma creativa;
  • dialogo con l’esistente: rispetto del DNA del Centre Pompidou, della sua architettura attuale, senza ampliamenti aggiuntivi, e delle esigenze e delle aspettative dei diversi frequentatori che animano il Centro.

Un nuovo paradigma

Lo studio di architettura franco-giapponese Moreau Kusunoki sottolinea come, quando il Centre Pompidou è stato concepito, le nozioni di velocità, animazione e diffusione delle informazioni simboleggiassero il progresso. Oggi di fronte al sovraccarico di informazioni, all’attenzione frammentata e all’isolamento causato dal tempo trascorso davanti allo schermo, il Centre Pompidou propone invece uno spazio in cui la mediazione, l’interazione umana e l’esperienza fisica dei visitatori siano centrali. Lo spazio deve consentire una maggiore libertà di appropriazione e la possibilità di concentrazione, per poter meglio dispiegare la sua dimensione viva e creativa in grado di trasmettere arte e conoscenza a un vasto pubblico.

Le linee di intervento

Le principali modifiche prevedono il ridisegno della Piazza per migliorare il flusso dei visitatori con l’aggiunta di nuove terrazze per invitare i passanti a sedersi e di una rampa per persone con mobilità ridotta. Ulteriori interventi riguardano l’ampliamento dell’Agorà che riunirà i teatri, i due cinema, lo spazio conferenze e quello per le prove grazie allo spazio ricavato dal vecchio parcheggio sotterraneo, l’ampliamento della biblioteca, l’apertura della terrazza all’ultimo piano dell’edificio. Sono previsti anche nuovi spazi per i giovani e i giovanissimi dedicati alla pratica artistica, ma anche al relax e al gioco, intesi come occasioni per vivere l’arte. Infine l’Atelier Brancusi verrà ristrutturato per accogliere il Centro ricerche del Museo e la Biblioteca Kandisky cui possono accedere i ricercatori.

Il Museo e gli spazi espositivi

Saranno ridisegnati anche gli spazi dedicati alla presentazione della collezione del Musée National d’Art Moderne e quelli dedicati alle mostre temporanee. Questi interventi saranno progettati e gestiti dal gruppo di architetti e scenografi del Centre Pompidou.

© Design People Soc. Coop.

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