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Titolo: Yōkai. Mostri, spiriti e altre inquietudini nelle stampe giapponesi
Date: 13 giugno – 3 novembre 2024
Spazio espositivo: Museo degli Innocenti, piazza Santissima Annunziata, Firenze
Mostra a cura di: Paola Scrolavezza e Eddy Wertheim
Mostra promossa da: Museo degli Innocenti e Cristoforo Società Cooperativa Sociale – Onlus, in collaborazione con Japanese Gallery Kensington, Museo Stibbert e NipPop
Mostra prodotta da: Vertigo Syndrome
Patrocini: Comune di Firenze e Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne
Progetto di allestimento: Mjras, Urbino
Realizzazione dell’allestimento: Ark. & A.
Illuminotecnica: F.O.H.
Immagine coordinata: Francesco Carlucci
Grafica della mostra: Mjras, Urbino
Multimedialità: F.O.H. (audio); Alessio Lavacchi (videomaking); Paolo Germani e Francesco Alma (Sound Design)
Ufficio stampa: Vertigo Syndrome; Davis & Co. – Caterina Briganti, Lea Codognato
Catalogo: Skira
Ingresso intero e ridotto: € 16,50 | € 14
Yokai Firenze allestimento
© Ark&A

Yōkai. Mostri, spiriti e altre inquietudini nelle stampe giapponesi

La mostra – rispetto alle precedenti edizioni a Monza e a Bologna – si distingue per un nuovo allestimento, per l’aggiunta di nuove opere e per un cambio di curatela. Più di 150 opere del XVIII e del XIX secolo tra stampe antiche, libri rari, maschere, nonché armi e armature (in prestito dal Museo Stibbert di Firenze), raccontano la nascita e gli sviluppi dell’immaginario giapponese intorno agli yōkai (, “fascino”; kai, “mistero”) e ad altre creature inquietanti.

 

Il rito delle cento candele

Secondo la visione di Vertigo Syndrome, il percorso espositivo è concepito come uno spazio interattivo, finalizzato a suscitare curiosità nei visitatori. Si apre con una sala immersiva, in cui viene simulato il rituale delle cento candele, durante il quale i samurai mettevano alla prova il proprio coraggio attraverso il racconto di storie del terrore, popolate da yōkai. Il visitatore entra in una stanza illuminata soltanto dalla fioca luce di cento candele, che emanano tremolanti luci rosse, moltiplicandosi in un gioco di specchi. Mentre la voce roca del fantasma di un vecchio samurai recita la storia di un fatale incontro con uno yōkai nel cuore della notte, le cento candele si spengono una a una, rendendo sempre più buia la stanza, come avveniva nell’antico rituale.

 

Un immaginario inesauribile

Il percorso espositivo racconta l’influenza di opere letterarie, quali il romanzo Nansō satomi hakkenden di Takizawa Bakin o la fiaba di Momotarō, sulle raffigurazioni di yōkai nelle stampe. Il ghigno della donna demone di Katsushika Hokusai esemplifica la tendenza della cultura patriarcale del Giappone antico a rappresentare la donna come una mostruosa strega, pericolosa per l’equilibrio sociale. Alcuni trittici di Utagawa Toyokuni III traggono ispirazione da alcuni drammi teatrali e testimoniano la funzione catartica del teatro kabuki, nel quale ricorrono molti personaggi fantasma. Due armature samurai dimostrano l’influenza degli yōkai sull’estetica del mondo della guerra, dove il combattente assumeva le fattezze di un demone. La “mostra nella mostra”, sempre dedicata ai giovani artisti e caratteristica di ogni progetto di Vertigo Syndrome, espone le illustrazioni di Giulia Rosa, che rendono evidente il profondo legame tra la vita quotidiana e l’universo degli yōkai. In chiusura, una selezione di illustrazioni, poster e locandine di opere disegnate da autori contemporanei, quali Hayao Miyazaki e Akira Toriyama, testimonia la perenne vitalità dell’estetica del grottesco e del mostruoso nella cultura giapponese.

 

Un percorso immersivo

Nell’allestimento, progettato dallo studio Mjras, si alternano tonalità di verde olivastro, terra di siena, grigio, bianco navajo, papaya, oro metallico e azzurro, mentre alcune tende Noren di diverse dimensioni intervallano gli spazi espositivi e contribuiscono alla suggestione di scenografie immersive. Alcune statue riproducono le fattezze di yōkai, come il kappa e il tengu, accanto a una grafica che riporta una breve descrizione della creatura, alcune avvertenze ironiche e un’esortazione a scattarsi una fotografia con lo spirito maligno. La ricerca del coinvolgimento del visitatore è estesa anche ai più piccoli: in uno degli spazi della mostra, i bambini possono esercitare la propria fantasia disegnando yōkai e cimentandosi in un gioco di carte realizzato appositamente per l’occasione.

Immagine di anteprima: dettaglio da Kuniyoshi Utagawa, Il fantasma di Asakura Togo, 1851, xilografia policroma su carta di gelso, 25×37 cm, Collezione privata, Bologna

© Design People Soc. Coop.

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