Nel centenario dalla nascita del Surrealismo, il Mart dedica una mostra agli artisti italiani influenzati da quel movimento, a partire dai precursori Giorgio de Chirico e Alberto Savinio fino all’architetto e designer Gaetano Pesce, recentemente scomparso. L’Italia non conobbe mai gruppi o movimenti surrealisti, ma soltanto casi isolati e geograficamente dispersi: 160 opere di oltre settanta artisti raccontano la pluralità dei linguaggi e delle poetiche dell’arte surrealista e fantastica italiana.
Il visitatore è accolto nella piazza del Mart dalla Sedia portaritratti di Gaetano Pesce, installazione alta più di quattro metri, sulla quale sono rappresentati venti volti umani. Al secondo piano del museo una sala introduttiva presenta brevemente i contenuti approfonditi nella mostra, mentre una seconda sedia di Pesce, la Poltrona senza fine, si confronta con opere di de Chirico e Savinio. Il percorso espositivo, articolato in quattro sezioni tematiche, rintraccia i filoni principali dei surrealismi italiani. Ne “L’oltrestoria” de Chirico rappresenta il capostipite di una pittura metafisica, dove le rovine del mondo antico sollevano enigmi sui temi del provvisorio, del parziale e dell’indefinito. La seconda sezione riguarda invece i pittori della “surrealtà”, quali Gianfilippo Usellini e Giuseppe Viviani: nelle loro opere il quotidiano assume fattezze favolistiche e l’inanimato prende vita. Il Surrealismo ha in comune con il Dadaismo la ricerca della provocazione e, come la psicoanalisi, esplora la dimensione onirica e i meandri dell’inconscio: le opere surrealiste che hanno indagato le facoltà perturbanti della sessualità sono raccolte nella sezione “I principi del piacere”. I “Parasurrealismi” affronta le molteplici declinazioni dell’estetica surrealista nei vari movimenti artistici, dal Futurismo alle neo-avanguardie. Nell’ultima sala del percorso sono esposti alcuni casi di mescolanza tra il linguaggio del Surrealismo e quello della Pop Art.
L’allestimento si sviluppa attraverso cinque sale che compongono un labirinto surrealista, tortuoso e straniante: questo effetto è ottenuto anche attraverso l’accostamento di numerosi colori diversi, dall’ocra al lilla, dal grigio al marrone, dal verde pistacchio alla terra di Siena. L’esposizione convive inoltre con la mostra monografica dedicata a Luigi Serafini: nella stessa ala del museo i due spazi si connettono attraverso dei varchi al principio e alla fine del percorso. Idealmente de Chirico, primo surrealista moderno, cede il testimone a numerosi artisti, sino a giungere al contemporaneo Luigi Serafini.