
Saul Leiter. Una finestra punteggiata di gocce di pioggia
La Reggia di Monza ospita la prima grande mostra italiana dedicata a Saul Leiter, fotografo e pittore tra i più poetici del secondo Novecento. L’esposizione presenta 126 fotografie in bianco e nero, 40 a colori, 42 dipinti, riviste d’epoca e un documento filmico che ne restituiscono la visione delicata e antieroica della metropoli americana.
Un linguaggio personale
Lontano dall’enfasi sulla modernità e sulla nitidezza tipica delle foto della sua epoca, Leiter ha costruito un linguaggio tutto suo: finestre appannate, riflessi, ombre, gesti rubati. Nei suoi scatti, New York si rivela nei margini: ombrelli, vetrine, nebbia, colori saturi, frammenti di vita quotidiana che sfiorano l’astrazione. Una fotografia fatta di silenzi e pause, che sfugge al documentario per entrare in una dimensione lirica, quasi pittorica.
Formatosi come pittore, Leiter ha applicato alla fotografia una sensibilità visiva senza precedenti, trattando ogni immagine come una tela. Il suo approccio influenzerà profondamente la fotografia a colori, adottata da lui fin dal 1948 in un’epoca che la considerava ancora volgare o commerciale. Questo gli permise di lavorare per alcune delle più importanti riviste di moda.
Poesie visive
In realtà Leiter ha lasciato la maggior parte dei suoi lavori in negativo, senza stamparli come a nascondere l’aspetto più artistico e intimo della sua produzione. Solo dopo la sua morte venne trovata una serie di nudi in bianco e nero, scattati tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Sessanta, nati da collaborazioni con le donne della sua vita.
La mostra permette di scoprire la magia che si nasconde nella vita quotidiana che Leiter sapeva trasformare in poesia visiva.
L’esposizione ospita anche un omaggio scultoreo della svizzera Patrizia Pfenninger, ispirato alla discrezione e all’intimità dello sguardo di Leiter.
Immagine di anteprima: Veduta della mostra. © Natascia Mercurio (Natybtw)
© Design People Soc. Coop.