Frutto del lavoro dell’Archivio e del Museo Ferragamo la mostra, curata da Stefania Ricci che lo dirige, ripercorre la storia di Salvatore Ferragamo e delle sue creazioni. Inaugurata simbolicamente in occasione del centenario dell’apertura del primo negozio a Hollywood nel 1923, si ricollega alla prima retrospettiva su Ferragamo ospitata a Palazzo Strozzi nel 1985, ma l’intento è di valorizzare, oltre al valore estetico delle calzature, la capacità imprenditoriale e innovativa, la passione per i colori, la conoscenza anatomica del piede, l’abilità artigianale delle lavorazioni, la ricerca dei materiali e la molteplicità di ispirazioni che hanno caratterizzato il lavoro dello stilista.
La prima sala che ne ripercorre la vita tra Stati Uniti e Italia è dominata da una grande tela scenografica dove è rappresentata una scacchiera in prospettiva, con a lato un particolare della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello delle Gallerie degli Uffizi e a destra una rappresentazione grafica di Firenze e della campagna toscana, evocazione della Firenze rinascimentale, che ha intrigato Ferragamo con la sua storia e la sua arte, convincendolo ad impiantare la sua attività in questa città. Il pavimento a scacchi, sul quale sono alloggiati alcuni dei modelli originali creati nei vari anni, è un rimando diretto al pavimento del primo negozio fiorentino di Salvatore Ferragamo nei primi anni Trenta. La scenografia si deve a Leonardo Filippini.
La sala successiva è dedicata allo “Shoemaker to the stars”, il calzolaio delle dive, come venne soprannominato durante gli anni passati a Hollywood, rievocati attraverso fotografie, filmati e calzature originali. Pellami, scarpe, oggetti e opere d’arte che hanno ispirato le creazioni di Salvatore Ferragamo ne illustrano la propensione per i materiali più diversi, la passione per la sperimentazione e le fonti a cui attinge.
Su misura e a regola d’arte
Il percorso espositivo, progettato da Silvia Cilembrini e Fabio Leoncini dello studio di design Green Spirit, evidenzia poi l’attenzione dedicata da Ferragamo alle esigenze funzionali delle calzature disegnate che lo porta a introdurre nelle suole accorgimenti utili ad aiutare la camminata. Numerosi i brevetti esposti in mostra accanto alle scarpe create sulla base di quei progetti.
Forte anche il legame con la tradizione artigianale fiorentina, tema ripreso nella video installazione realizzata dallo Studio Rampello e Partners, un racconto per immagini e musica del fatto a mano, “La man che ubbidisce all’intelletto. M. Buonarroti”. Rievocando un capitolo importante nella produzione artistica dello stilista, ovvero un sandalo in oro realizzato nel 1956 per un’anonima cliente americana, il cortometraggio riconosce il fondamentale ruolo ispiratore della tradizione artigianale italiana nel lavoro e nella creatività di Salvatore Ferragamo.
La mostra si chiude con l’omaggio alle donne, star del cinema, aristocratiche e protagoniste del jet set internazionale per le quali Ferragamo ha creato le sue calzature, prendendo personalmente le misure dei loro piedi e trasferendole sulle forme di legno da cui avrebbe realizzato le scarpe, forme che custodiscono i piccoli o grandi difetti dei loro piedi.