Il profondo rispetto di Pablo Picasso per le manifestazioni artistiche di altre culture e di altri tempi costituisce il tema centrale della mostra: spesso nelle opere dell’artista spagnolo sussistono rielaborazioni di soggetti tipici dell’arte africana, neolitica, proto-iberica, oceanica, egizia e greca classica, “metamorfosi” definite dal critico e storico dell’arte Carl Einstein “l’espressione di un dubbio tragico sulla realtà apparente dell’universo delle forme”. Le oltre 40 opere tra dipinti e sculture sono accompagnate da 26 disegni e bozzetti di studi preparatori del dipinto Les Demoiselles d’Avignon, provenienti dal Quaderno n. 7 di Picasso; le videoinstallazioni presenti, multimediali e multisensoriali, raccolte sotto il titolo “A Visual Compendium” e realizzate da Storyville, completano il racconto della mostra.
Dopo un approfondimento sul 1906, anno cruciale per l’avvicinamento di Picasso alle “arti primitive”, prende avvio il percorso espositivo, articolato in cinque sezioni in cui è continuo il dialogo tra opere di Picasso e manufatti etnici tribali e antichi. La Femme Nue, dipinto anticipatore dello stile de Les Demoiselles d’Avignon, e i disegni del Quaderno n. 7 sono esposti insieme a una selezione di maschere africane, mentre alcuni bozzetti, provenienti da altri quaderni di Picasso, sono stati animati in una videoinstallazione, che mostra il processo realizzativo de Les Demoiselles d’Avignon. In seguito, viene approfondita l’influenza dell’arte africana e oceanica sull’estetica del Cubismo, con maschere e sculture tribali accostate ai dipinti di Picasso: numerose fotografie, collocate su pannelli di colore rosa e nero, documentano la passione di Picasso per il collezionismo di manufatti provenienti dall’Africa e dall’Oceania. Come testimonia l’ultima sezione della mostra, l’attrazione di Picasso per l’arte africana non è univoca, ma reciproca: il beninese Romuald Hazoumè, il mozambichiano Gonçalo Mabunda e il congolese Cheri Samba dimostrano nelle loro opere di riconoscere in Picasso il principale interprete dei fondamenti espressivi del continente africano. Nell’allestimento, a tonalità di ocra e di cobalto si alternano i rivestimenti murali policromi di Jannelli&Volpi, ispirati alla cultura pittorica del continente africano: la collezione JV504 Tiébélé utilizza una tecnica di stampa tradizionale con l’uso di colori a impasto denso e opaco e una continua sovrapposizione di pigmento crea un leggero effetto rilievo; la collezione JV102 Cromie, composta da una resina vinilica ad alto spessore, si differenzia per la grande gamma di nuance di colore disponibile in tutte le tonalità.