La mostra ripercorre la carriera di Philippe Halsman attraverso 100 fotografie di vario formato, provenienti dall’Archivio Halsman di New York. Alcuni video e materiali contribuiscono a raccontare uno dei massimi fotografi-ritrattisti del Novecento, capace di cogliere l’anima dei propri soggetti, rappresentandola con “lampi di genio” e di ironia. In mostra sono esposte alcune copie della rivista “LIFE”, per la quale Halsman ha realizzato 101 copertine, più di qualsiasi altro fotografo.
Nel percorso espositivo è documentata la lunga collaborazione tra Halsman e Salvador Dalì, iniziata nel 1941: il fotografo lettone prende ispirazione dall’immaginario surrealista dell’artista spagnolo, ritraendo Dalì anche durante performance ideate ad hoc.
Alcuni scatti documentano la serie “Jumpology”, dove i personaggi sono immortalati nell’atto di saltare. Per Halsman, il salto consegue in una temporanea perdita dei freni inibitori, rivelatrice della vera natura di un individuo. A questa serie di ritratti parteciparono non solo personaggi del mondo dello spettacolo, quali Marylin Monroe, ma anche figure istituzionali come i Duchi di Windsor e Richard Nixon.
Nell’allestimento si alternano il blu elettrico e una tonalità di grigio, in armonia con l’alternanza tra fotografie a colori e in bianco e nero che caratterizza la mostra. In particolare, il blu elettrico utilizzato per l’allestimento riprende il colore di fondo del “salto” di Marylin Monroe, fotografia collocata dirimpetto a una versione alternativa in bianco e nero, alla quale prese parte lo stesso Halsman. D’altra parte, nella grafica sono stati adoperati il grigio e il nero, in abbinamento alle fotografie in bianco e nero esposte.
Neutralia, sustainability consultant della mostra, ha fornito agli organizzatori gli strumenti per misurare e poi compensare l’impatto dell’impronta di carbonio generata dall’esposizione, con l’obiettivo di mantenere tale metodologia virtuosa anche per i futuri allestimenti.