La mostra esplora attraverso il filtro della storia dell’arte le diverse espressioni della nostalgia, ricostruendone le tappe e documentandone gli archetipi e i protagonisti: oltre 120 opere tra dipinti, sculture, arti decorative, grafica e volumi illustrati compongono un percorso dall’età rinascimentale a quella contemporanea, con artisti quali Albrecht Dürer, Luca Giordano, Jean-Auguste-Dominique Ingres, Francesco Hayez, Giovanni Boldini, Giacomo Balla, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Ives Klein e Anish Kapoor.
In undici sezioni tematiche (stilizzate nella grafica della mostra all’interno di una carta astrale tolemaica), la nostalgia viene analizzata nella sua trasposizione iconografica, con un rimando ad alcune figure paradigmatiche, letterarie e storiche, da Ulisse ed Enea a Dante e Leopardi. L’itinerario della mostra si apre con il volume della tesi di laurea in medicina di Johannes Hofer, con cui venne coniato nel 1688 il termine nostalgia, composto dei termini greci “nòstos” (“ritorno a casa”) e “àlgos” (“dolore”); nella sezione successiva viene distinto il termine “melanconia”, di origine antica e sintomatico di un disturbo patologico. Le diverse declinazioni della nostalgia completano il percorso espositivo: la “Nostalgia di casa”, dalla servitù d’Israele in Babilonia ai grandi fenomeni migratori del passaggio tra Otto e Novecento e dell’età contemporanea; la “Nostalgia del classico”, alimentata dal vedutismo settecentesco e dalle rovine visitate nell’epoca del Grand Tour; la nostalgia ne “L’età della propaganda”, con particolare attenzione nei confronti dell’architettura; la “Nostalgia dell’infinito”, espressione poetica del sublime. L’allestimento è scandito dall’alternanza tra viola bordeaux e verde veronese e dall’accostamento di blu cadetto e blu notte, mentre l’illuminazione evidenzia le opere nel contrasto tra luce e ombra. La scultura di Anish Kapoor Hole and Vessel è stata posizionata nella Cappella del Doge, creando un contrasto con uno spazio emblematico del barocco genovese.