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Titolo: Munch. Il grido interiore
Date: 14 settembre 2024 – 26 gennaio 2025
Spazio espositivo: Palazzo Reale, piazza del Duomo 12, Milano
Mostra a cura di: Patricia G. Berman, con Costantino D’Orazio
Mostra promossa da: Comune di Milano – Cultura
Mostra prodotta da: Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con il Museo Munch di Oslo
Patrocini: Ministero della Cultura; Reale Ambasciata di Norvegia – Roma
Sponsor: Starkraft; Generali Valore Cultura
Progetto di allestimento: BC Progetti – Alessandro Baldoni, Giuseppe Catania e Francesca Romana Mazzoni, con Maria Marangi
Realizzazione dell’allestimento: Handle Art & Design Exhibition
Progetto illuminotecnico: Francesco Murano
Illuminotecnica: Sater4Show
Immagine coordinata: Angela Scatigna
Grafica della mostra: Angela Scatigna
Multimedialità: Art Media Studio, Firenze (sala immersiva); Ballandi e Munchmuseet (video in mostra)
Ufficio stampa: Comune di Milano – Elena Conenna; Arthemisia – Salvatore Macaluso
Catalogo: Munch Museum
Ingresso intero e ridotto: € 15 | € 13
Munch Palazzo Reale Milano allestimento
Courtesy Palazzo Reale, Milano

Munch. Il grido interiore

La mostra racconta l’intero universo creativo di Edvard Munch, attraverso 100 opere provenienti dal Museo Munch di Oslo. Il pittore norvegese sperimentò diverse tecniche e linguaggi nel corso della sua carriera, elaborando uno stile pittorico e una poetica che costituiranno un punto di riferimento per l’Espressionismo tedesco. Chiave di lettura dell’appuntamento milanese l’esigenza di Munch di comunicare le proprie percezioni, il proprio “grido interiore” come recita il titolo dell’esposizione. Eccolo quindi affrontare temi universali come nascita, morte, amore, ma anche il disagio causato da malattie fisiche e mentali, all’interno di una visione in cui l’esperienza interiore converge con la realtà materiale.

La prima sezione del percorso espositivo, “Allenare l’occhio”, ripercorre i momenti più significativi dell’esordio di Munch. Durante i viaggi in Francia, l’artista norvegese ebbe occasione di conoscere le novità apportate dalla pittura impressionista, mentre – in occasione del soggiorno a Berlino – entrò a far parte di una stretta comunità di scrittori, scienziati e libertari che studiavano le espressioni dell’inconscio. Il capitolo successivo della mostra affronta il modo in cui Munch percepiva e dipingeva il tema della morte. Le premature dipartite della madre e della sorella maggiore segnarono per sempre la visione del pittore. L’artista norvegese rappresenta le scene di morte, cercando di dare forma all’agonia e alla disperazione di chi sta affrontando il lutto.

Nella seguente sezione, dedicata al tema dell’amore, sono esposte alcune opere appartenenti al ciclo di dipinti de “Il Fregio della vita”. Mentre ne Il bacio i volti dei due amanti si fondono, abbandonandosi a un amore appena sbocciato, il Vampiro rappresenta una donna intenta a mordere il collo della sua vittima, in un’opera emblematica della visione pessimistica di Munch. La disillusione del pittore peggiorò con la fine della relazione con Tulla Larsen, culminata durante una lite, quando l’artista si sparò accidentalmente alla mano: ne La morte di Marat Munch reinterpreta il celebre dipinto di Jacques-Louis David, raffigurando il tragico epilogo del suo amore.

“Munch in Italia” racconta il legame dell’artista con le città di Milano, Firenze e Roma: luoghi come la Basilica di Sant’Ambrogio, il Museo del Bargello, la pinacoteca di Palazzo Pitti, le Stanze Vaticane e la Cappella Sistina hanno segnato significativamente la memoria di Munch. A Roma il pittore poté visitare anche la tomba di suo zio Peter Andreas, importante storico norvegese, primo studioso straniero a ottenere l’accesso agli archivi segreti del Vaticano. Nella sezione successiva viene esplorata la sua concezione della realtà, per cui l’universo è un organismo vivente composto di atomi, dove le energie invisibili e la materia convergono. La mostra si conclude con una sezione su “L’eredità di Munch”: la poetica e le sperimentazioni dell’artista norvegese costituiranno un punto di riferimento per le Avanguardie del Novecento.

Una linea del tempo accoglie il visitatore all’ingresso, riproponendo gli eventi salienti della vita di Munch. Nell’allestimento si alternano tonalità di blu avio, verde giada e rosso scarlatto, mentre l’illuminazione è poco intensa e coinvolge soltanto le opere e i pannelli informativi. I titoli dei dipinti sono riportati in grafica al di sopra di ogni quadro, insieme alla data di realizzazione. Alcune frasi provenienti dagli scritti autobiografici di Munch sono citate lungo il percorso espositivo, permettendo al visitatore di approfondire il personaggio. Nella sala immersiva e attraverso gli apparati multimediali, Art Media Studio ha giocato sul motivo delle pennellate ondulate di Munch, tentativi di dare forma a invisibili tensioni emotive.

Immagine di anteprima: Edvard Munch, La morte di Marat, 1907, olio su tela, 153×149 cm, © Munchmuseet

© Design People Soc. Coop.

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