Da un progetto di Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, la mostra celebra la figura di Orfeo tra mondo antico e contemporaneo, con l’esposizione di circa 60 opere tra dipinti, sculture, disegni, manoscritti, installazioni e film. Il leggendario cantore della Tracia, emblema della religione misterica dell’orfismo e protagonista di numerosi miti e poemi classici, divenne uno dei soggetti privilegiati dell’arte e della filosofia a Firenze durante il Rinascimento, in particolare nell’ambito della corte medicea: da allora, la figura di Orfeo ha continuato a essere fonte di ispirazione per compositori musicali, scrittori teatrali, filosofi, poeti e pittori. La mostra prende ispirazione dall’Orfeo che incanta Cerbero di Baccio Bandinelli, custodito nella stessa sede di Palazzo Medici Riccardi.
L’Orfeo intento a incantare gli animali di Luca Della Robbia, calco di una delle formelle del campanile di Giotto, apre il percorso espositivo, che ripercorre per tappe la leggenda del cantore: la prima sala illustra le avventure con gli Argonauti attraverso le opere di Alberto Savinio, Fausto Melotti e Luigi Bonazza, mentre la morte di Euridice è rappresentata dai dipinti di Tiziano, Eugène Delacroix e Gustave Moreau. Dopo l’intermezzo delle “Variazioni sul mito” (con le scenografie e i costumi di scena di Giorgio De Chirico per l’Orfeo di Claudio Monteverdi rappresentato dal Maggio Musicale Fiorentino nel 1949), la discesa agli Inferi e la seconda perdita dell’amata, nelle opere di Anselm Feuerbach e Odilon Redon, preludono al finale, con l’Orpheus di Cy Twombly e il sottofondo musicale dell’omonimo balletto di Igor Stravinskij. Nell’allestimento una tonalità rosa antico fa da sfondo alle opere, mentre i versi dei Sonetti a Orfeo di Rainer Maria Rilke lungo le parenti accompagnano il visitatore nel percorso.
Immagine di anteprima: dettaglio da Gerrit van Honthorst detto Gherardo delle Notti, Orfeo incanta gli animali, 1620-1656 ca., Palazzo Reale, Napoli