Dopo una prima tappa al Kunstmuseum Liechtenstein, la mostra racconta la ricerca artistica di Liliana Moro con una selezione di opere, realizzate tra gli anni Ottanta e oggi, alcune inedite e ideate appositamente per gli spazi del PAC. Il percorso espositivo si riallaccia idealmente a Sundown (2022), installazione sonora ideata dall’artista milanese per il parco di sculture di City Life di Milano. Come testimonia anche il suo titolo, l’esposizione è dedicata al tema del suono, uno dei molti mezzi espressivi sperimentati da Moro nel corso della sua carriera.
Ancor prima di accedere alle sale espositive, Senza fine (2010) accoglie i visitatori, riproducendo attraverso una tromba acustica venticinque versioni diverse di Bella Ciao montate dall’artista in un loop continuo. Il percorso espositivo si apre con una fotografia di Moro, scattata dal balcone della propria casa in via Breda a Milano: l’immagine di un microfono invita lo spettatore a immergersi nel suono delle voci cittadine. L’installazione Le nomadi (2023), composta da una serie di zaini dai quali fuoriescono voci femminili, affronta il tema dei viaggi e delle migrazioni. Ogni zaino rappresenta un’esistenza, che racchiude in sé tutto quello che le è essenziale, inclusa la voce e la libertà di parola. In Moi (2012) dodici casse acustiche disposte in cerchio riproducono un testo recitato dalla stessa Moro, breve sintesi della performance Studio per un probabile equilibrio in movimento (1997). Nell’opera “ ” (2001) innumerevoli cocci di vetro riempiono lo spazio di una stanza, sgretolandosi a ogni passo. In Avvinghiatissimi (1992), una serie di fogli in gommaspugna stretti da cinghie rosse sono affiancati da due casse acustiche, che diffondono il tango di Astor Piazzolla Regreso al amor. L’interesse di Liliana Moro per il mondo animale è documentato dall’installazione In onda (2021): il visitatore entra in un ambiente completamente buio, dove vengono diffusi alcuni suoni emessi da pesci sott’acqua. L’opera invita l’ascoltatore a riflettere sulla questione dell’inquinamento acustico dei mari, che ne sta pericolosamente alterando la fauna.
La mostra si conclude al primo piano con Andante con moto (2023): tre casse acustiche riproducono la voce della Moro, mentre legge alcuni estratti da L’ultimo nastro di Krapp, dramma in atto unico di Samuel Beckett. Nella configurazione spaziale dell’installazione compare una gigantesca banana in cemento, frutto presente anche nell’opera teatrale. Liliana Moro omaggia la poetica di Beckett e – come il drammaturgo irlandese – esorta il pubblico a guardare oltre le apparenti certezze della quotidianità.