La mostra racconta la storia del marmo di Luna (odierna Luni, in provincia della Spezia), colonia portuale fondata da Roma nel 177 a.C. ai piedi delle Alpi Apuane. Sotto il principato di Ottaviano Augusto, il marmo bianco lunense divenne il materiale privilegiato dalla propaganda imperiale, impiegato nei secoli per la costruzione di statue e di edifici pubblici e cultuali a Roma, dall’Ara Pacis Augustae alla Colonna Traiana. Infatti, il biografo Svetonio racconta che Augusto “a buon diritto si vantava di aver ricevuto Roma in laterizi e di averla restituita in marmo” (Vita di Augusto, XXVIII, 3).
Il percorso espositivo si apre con una panoramica sulle varietà dei marmi bianchi estratti sin dai tempi antichi, per poi prendere in esame i diversi marmi apuani, dal lunense al marmo di Carrara. Dopo aver illustrato i processi e le tecniche di estrazione e di lavorazione del materiale in epoca romana, la mostra approfondisce il tema del trasporto dei carichi di marmo sulle navi lapidarie, che distribuivano la merce nelle province occidentali di Gallia e di Hispania e – soprattutto – a Roma. Un rilievo mostra una rara raffigurazione di lapicidi all’opera, mentre i resti di un relitto, rinvenuto presso Albenga (Savona), raccontano uno spaccato della vita a bordo delle navi lapidarie in epoca romana. Nella sezione successiva, il contesto ambientale lunense è ricostruito attraverso una selezione di reperti in marmo, quali elementi architettonici, statue e iscrizioni. Un cammeo sulla fortuna dei marmi colorati, realizzato grazie al contributo del Museo Nazionale Romano, chiude il percorso espositivo.
Nell’allestimento della mostra, progettato da GTRF (Giovanni Tortelli Roberto Frassoni Architetti Associati), predominano tonalità di grigio, chiaro per i supporti delle sculture e scuro per l’ambiente circostante. Alcune grafiche comparative riproducono le piantine degli edifici e le architetture originarie che ospitavano i marmi esposti, così da permettere ai visitatori di contestualizzare le opere nella loro sede di provenienza. D’altra parte, due filmati, realizzati in collaborazione con il Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza, illustrano le modalità di estrazione e di trasporto del marmo da Luni al porto di Ostia.