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Titolo: Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini
Date: 13 aprile – 13 ottobre 2024
Spazio espositivo: Triennale, viale Alemagna 6, Milano
Mostra a cura di: Fulvio Irace
Mostra promossa da: Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain
Mostra prodotta da: Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain, in collaborazione con Archivio Alessandro Mendini, Elisa Mendini e Fulvia Mendini
Sponsor: Abet Laminati; Ramun
Progetto di allestimento: Pierre Charpin
Realizzazione dell’allestimento: Produzioni Milano; D & D International Group
Grafica della mostra: Norm, Zürich
Ufficio stampa: Triennale Milano – Micol Biassoni; Elettra pr. – Ludovica Solfanelli, Elettra Zadra; Fondation Cartier pour l’art contemporain – PCM Studio di Paola C. Manfredi
Catalogo: Electa
Ingresso intero e ridotto: € 15 | € 12
ingresso mostra Alessandro Mendini Triennale Milano
© Triennale Milano, foto Delfino Sisto Legnani – DSL Studio

Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini

Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain rendono omaggio ad Alessandro Mendini, architetto, designer, artista e teorico che ha segnato le rivoluzioni del pensiero e del costume del Novecento e del nuovo millennio con la retrospettiva “Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini”, realizzata in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini, curata da Fulvio Irace, con progetto di allestimento firmato da Pierre Charpin, designer che ha collaborato in più occasioni con Mendini.

Dagli esordi agli anni alla Nizzoli Associati, dalla direzione di “Casabella” all’invenzione di “Modo”, dalla direzione di “Domus” agli anni Ottanta, punto di svolta verso nuove visioni e un metodo di lavoro basato su paradosso, metafora, eccesso e grottesco, la mostra viaggia all’interno dell’universo “Mendini”.

Nello spazio del Cubo di Triennale sono esposti oltre 400 lavori di formati, materiali e soggetti differenti, opere provenienti da numerose collezioni pubbliche e private: autoritratti, oggetti fuori scala, architetture, le “stanze” piene di citazioni e ricordi.

L’autoritratto

Il titolo della mostra riprende uno dei più emblematici autoritratti di Alessandro Mendini ‒ che nel 2006 si disegna come un drago, con testa da designer, corpo da architetto, mani da artigiano, petto da manager, pancia da prete, gambe da grafico, piedi da artista e coda da poeta ‒ e vuole sottolineare la complessità della sua figura all’interno della scena del design, dell’architettura e dell’arte internazionale. L’esposizione intende restituire lo sguardo di Mendini sul mondo, la sua empatia verso gli oggetti di tutti i giorni, la capacità di trasformare anche ciò che è banale in una sorpresa.

Il progetto di allestimento

Il progetto espositivo, a cura di Pierre Charpin, interpreta il concetto del “drago” come coacervo dei nuclei tematici caratteristici del “metodo Mendini”: un arcipelago di isole che ne caratterizzano i vari momenti storici e al contempo i fili di sotterranea continuità, che consentono di dare all’apparente eterogeneità della sua incessante ricerca una sostanziale continuità, basata sulla sua stessa esperienza umana.

Accoglie il visitatore la poltrona Proust gigantesca e, subito dietro, la riproduzione fuori scala della testa del cavatappi Alessandro M. realizzato da Alessi, uno dei tanti oggetti iconici di Mendini.

Per quanto Charpin dichiari nel catalogo della mostra quanto le estetiche sua e di Mendini siano lontane, l’uno agendo più per sottrazione, verso un’espressione contenuta, l’altro per addizione all’insegna dell’ecclettismo, tuttavia l’approccio artistico alla progettazione di entrambi costituisce il punto d’incontro da cui partire per affrontare il racconto di questo percorso.

Come scrive ancora Pierre Charpin rivolgendosi direttamente a Mendini, “Se come suggerisce il piccolo autoritratto che ha ispirato il titolo della mostra, tu sei il drago, allora stavolta sarò io a brandire la lancia, non quella di san Giorgio e neppure quella del Cavaliere di Dürer (naturalmente presente in mostra), ma quella del designer-scenografo che usa il suo ‛evidenziatore’ per ordinare, inquadrare e sottolineare, per accompagnare la forza e la varietà della tua produzione multiforme e colorata lasciando che si esprima da sé…”.

Abet, partner della mostra, ha ricostruito, con la collaborazione dell’Archivio Alessandro Mendini, i pannelli in stampa digitale che ricreano due installazioni storiche interamente rivestite in Laminato Abet: Interno di un Interno, stanza con decoro Proust (1990) e Le mie prigioni, ambiente optical in bianco e nero (2016).

La mostra celebra anche la collaborazione tra il designer e Ramun, con l’esposizione delle lampade Amuleto, insieme ai relativi bozzetti, a sottolineare un rapporto nato dalla comune volontà di esplorare nuove frontiere nel campo dell’illuminazione, sia in termini di design che di innovazione tecnologica.

L’installazione

Accompagna la mostra fino al 1 settembre 2024 una installazione site-specific ideata da Philippe Starck, commissionata e presentata da Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain. What? A homage to Alessandro Mendini by Philippe Starck è un’installazione immersiva che porta i visitatori nel subconscio e nell’universo creativo di Mendini attraverso gli occhi visionari di Starck che con lui ha condiviso esperienze creative e professionali. Un viaggio guidato da suoni e immagini in costante trasformazione cui ha partecipato Soundwalk Collective, collettivo di artisti e musicisti fondato da Stephan Crasneanscki e riconosciuto a livello internazionale per i suoi concept album, installazioni sonore e performance dal vivo, spesso in collaborazione con artisti, musicisti e scrittori tra i quali, di recente, Jean-Luc Godard, Nan Goldin e Patti Smith.

Immagine di anteprima: Io non sono un Architetto sono un Drago, 2006, disegno, pennarello e matite colorate su carta, cm 21 × 29,7, Archivio Alessandro Mendini

© Design People Soc. Coop.

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