In occasione del bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, gli spazi dell’ex chiesa di San Pietro in Atrio e di Palazzo del Broletto ospitano oltre 40 opere per raccontare la vita e l’opera di Plinio il Vecchio, nato proprio a Como nel 23 d.C., nonché la fortuna della sua Naturalis Historia. Con la compresenza di opere di età antica e contemporanea, la mostra propone il trattato naturalistico pliniano (definito “catalogo del mondo”) come un’occasione di riflessione su tematiche attuali, quali la salvaguardia dell’ambiente e il rapporto tra l’uomo e la natura.
Il percorso espositivo, suddiviso in sei sezioni, prende inizio da una galleria di ritratti imperiali e di ricostruzioni di alcuni luoghi iconici di Roma sotto il principato della dinastia Flavia, per poi raccontare la storia di Como, fondata da Giulio Cesare come Novum Comum: il visitatore è invitato a comprendere il ruolo di Plinio nella società del suo tempo, la sua carriera politica e militare, il rapporto con il potere, i numerosi viaggi in Europa. In “La Naturalis Historia e la sua fortuna” sono esposti alcuni codici del trattato enciclopedico di Plinio, così da ricostruirne la fortuna dall’età tardo-antica a quella moderna, mentre alcune opere d’arte illustrano l’impatto dell’opera sulla nascita di una storiografia storico-artistica moderna, da Paolo Giovio e Giorgio Vasari fino a Johann Joachim Winckelmann. Il testo pliniano è approfondito dalle due sezioni successive, prima relativamente alla ricezione delle opere greche nel mondo romano, poi riguardo all’arte glittica. L’ultima sezione è dedicata alla fortuna di Plinio e al mito della sua morte nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. nell’immaginario di artisti del XX secolo, dall’arte concettuale di Cy Twombly alle sculture di Fabio Viale, dal Vesuvius di Andy Warhol alle fotografie di Luigi Spina del suo progetto “Interno Pompeiano” qui esposte per la prima volta. L’architetto Paolo Brambilla ha progettato un allestimento in cui predomina il rosso pompeiano: all’insegna della sostenibilità per il basamento dei ritratti scultorei di Plinio e degli imperatori romani sono state ri-utilizzate le casse di legno dell’imballaggio, mentre le trasparenze delle tende dividono lo spazio espositivo senza precluderne la vista complessiva.