Nel settecentenario della morte di Marco Polo, la mostra celebra il viaggiatore veneziano, raccontandone la vita, le scoperte e i viaggi intrapresi con il padre Niccolò e lo zio paterno Matteo a Oriente tra 1271 e 1295 (raccontati ne Il Milione), quando quasi tutta l’Asia era sotto il controllo di varie dinastie mongole tra loro imparentate ed era possibile viaggiare in modo sicuro (la “pax mongolica”). In esposizione oltre 300 opere cartografiche e oggetti di varie tipologie, quali ceramiche, porcellane, tessuti, metalli, monete e manoscritti.
Il percorso della mostra prende inizio dalla casa-fondaco della famiglia di Marco Polo (ricostruita in un’animazione video) e illustra la realtà cittadina e mercantile veneziana della prima metà del Trecento, in dialettica con le decorazioni cartografiche della Sala dello Scudo degli Appartamenti del Doge, che riproducono – oltre ai possedimenti della Serenissima nel Cinquecento – le regioni lontane esplorate dallo stesso Marco Polo. Cardine di una delle sezioni è Il Milione, di cui viene esplorata la fortuna in ambito artistico fino ai nostri giorni, anche con l’esposizione di opere di artisti moderni e contemporanei. In seguito, è ricordato il valore di inclusività culturale del viaggio, esemplificato dalla rispettosa curiosità di Marco Polo per le diverse culture e fedi religiose conosciute in Oriente. Infine, è raccontato “il mito” di Marco Polo nell’immaginario collettivo. L’itinerario della mostra è accompagnato da diverse mappe, che illustrano sotto vari aspetti il percorso dei viaggi di Marco Polo: su un’ampia cartina dell’Oriente alcuni diorama rappresentano i luoghi descritti ne Il Milione.
Immagine di anteprima: dettaglio da © Zoran Mušič, Storia di Marco Polo, 1951, pannello ricamato, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma, inv. 16129.