
Guercino. L’era Ludovisi a Roma
Sono i due protagonisti della mostra, curata da Raffaella Morselli e Caterina Volpi, ad aprire il percorso espositivo presso le Scuderie del Quirinale, con l’Autoritratto di Guercino e il busto in rame di papa Gregorio XV realizzato da Bernini. Il bolognese Alessandro Ludovisi chiamò infatti a Roma il giovane Guercino non appena eletto papa nel 1621 e gli commissionò le opere più importanti del suo pontificato.
L’esposizione ricostruisce la scena culturale e politica dell’epoca, analizzando il rapporto tra arte e potere, il sodalizio tra l’artista e la famiglia Ludovisi e il suo contributo alla nascita del Barocco con 122 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe. Oltre a Guercino, sono presenti artisti come Annibale e Ludovico Carracci, Guido Reni, Domenichino, Bernini, van Dyck, Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, Dosso Dossi, Jacopo Bassano.
Per quanto breve, il pontificato di Gregorio XV riuscì a distinguersi e a innovare il mondo culturale romano.
Villa Ludovisi
La mostra evidenzia il significativo ruolo del cardinale nipote Ludovico Ludovisi, che si occupò dell’edificazione della dimora di famiglia, segno tangibile della loro grandezza. Nasce così Villa Ludovisi, sopra gli antichi Orti di Sallustio, tra il Pincio e il Quirinale, con i due fabbricati principali, Casino di delizie e Palazzo di rappresentanza, circondati da giardini, viali alberati, labirinti, teatri d’acque e fontane, ma soprattutto sede di una tra le più importanti collezioni di antichità, pittura antica, pittura e scultura moderne del tempo e fucina di talenti, soprattutto artisti emiliani come Guido Reni, Domenichino, Giovanni Lanfranco e il Guercino.
Proprio in occasione della mostra è possibile visitare alcuni ambienti del Casino di Villa Ludovisi, tra i quali la sala con la celebre Aurora di Guercino.
I ritratti di famiglia
Il percorso espositivo si articola in dieci sale, approfondendo temi come la formazione di Guercino, la collezione Ludovisi, la pittura sacra e il paesaggio arcadico.
L’ultima sala è dedicata a una selezione di ritratti che sintetizzano il significato del connubio tra arte e potere e qui sono a confronto i due ritratti di Gregorio XV che concludono il percorso: quello ufficiale e aulico di Domenichino e quello privato, pieno di colore, che sembra cercare un dialogo con chi lo osserva, opera di Guercino.
L’installazione
All’interno del percorso espositivo Gabriele Giani ha realizzato Speculum, istallazione che, grazie all’intelligenza artificiale, richiama la superficie di uno specchio d’acqua in cui si riflettono tra loro la Testa di Marte di uno degli antichi marmi Ludovisi e il Marte dipinto da Guercino, utilizzando come modello proprio l’antico marmo. L’artista evidenzia così i continui rimandi di cui è fatta la storia dell’arte fino a riflettersi nella contemporaneità.
I facsimile
Due tele di grandi dimensioni impossibili da spostare dal loro contesto, ma significative per il progetto espositivo sono comunque esposte alle Scuderie. Grazie a Factum Foundation sono state infatti riprodotte due opere del Guercino a grandezza naturale: la pala con la Sepoltura di Santa Petronilla pensata per la basilica di San Pietro e la Gloria di San Crisogono, dipinto da Guercino per Scipione Borghese per il soffitto della chiesa omonima in Trastevere. Tramite una scansione ad alta risoluzione e le tecniche di rimaterializzazione perfezionate da Factum sono stati realizzati i due facsimile.
Immagine di anteprima: Giovanni Francesco Barbieri detto Guercino, Mosè, 1618-1619, olio su tela, 72 x 63 cm, Waddesdon, The Rothschild Foundation. © Waddesdon, Waddesdon Image Library courtesy of Moretti Gallery
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