La mostra raccoglie circa 130 opere di Escher, affrontando la varietà e la complessità del suo lavoro con attenzione alla sua vicenda biografica, così da evidenziare il ruolo esercitato da alcuni “luoghi d’arte” nell’evoluzione dell’estetica dell’artista.
Il percorso espositivo, suddiviso in sei sezioni, attraversa l’intera carriera di Escher: agli esordi da grafico interessato al mondo naturale segue il racconto di come lo studio dei paesaggi italiani e delle decorazioni in stile moresco degli edifici arabi in Spagna abbia portato l’artista olandese a coniare le sue caratteristiche composizioni astratte di ispirazione geometrico-matematica; nelle sezioni successive si affrontano “le metamorfosi”, trasformazioni di forme astratte in forme animate e viceversa, e il progressivo abbandono della rappresentazione euclidea dello spazio, a cui si sostituisce la paradossale ricerca di rappresentare l’infinito. Nell’allestimento predomina il color blu lapislazzuli, mentre l’ambientazione è scandita nella penombra dal contrasto tra luce e buio. L’itinerario è ricco di installazioni ludico-didattiche, fotografie e pannelli descrittivi, utili a guidare il visitatore nella conoscenza di Escher: contribuiscono a tale scopo alcune proiezioni video e una sala immersiva, dove il visitatore è calato nella ricerca escheriana di riprodurre l’infinito nello spazio.