Si deve a Jean Dubuffet, artista, scrittore e collezionista, il tentativo di definire l’Art Brut, “opere di persone prive di cultura artistica”, che non sono schiave dei cliché delle accademie o delle mode, ma attingono dall’interno di se stessi “soggetti, scelta dei materiali utilizzati, dei mezzi di trasposizione, dei ritmi, dei modi di scrivere, ecc.”. Un’arte quindi che non si preoccupa di regole, tecniche, convenzioni ma è espressione incontaminata, istinto, anima a nudo. Dubuffet si scaglia contro il sistema dell’arte vigente e inizia a collezionare opere di artisti non professionisti e autodidatti che donerà nel 1971 alla città di Losanna, dando vita al primo nucleo della Collection de l’Art Brut che continua oggi ad arricchirsi di nuove opere e a far conoscere questo tipo di arte.
Proprio dal museo svizzero provengono più di 70 opere esposte alla mostra aperta presso il Mudec fino a febbraio 2025, promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE. L’esposizione, appositamente pensata per il Museo delle Culture, è curata da Sarah Lombardi e Anic Zanzi, rispettivamente direttrice e conservatrice della Collection de l’Art Brut, e da Baptiste Brun per la sezione dedicata a Jean Dubuffet.
Il percorso espositivo
Protagonista della prima sezione della mostra è proprio Jean Dubuffet con alcune sue opere realizzate tra il 1947 e il 1982 e materiale documentario (libri, cataloghi, lettere, manifesti e fotografie) per inquadrare storicamente il concetto di Art Brut. Per lui ogni persona è potenzialmente un artista e, a partire dal periodo tra le due guerre, si interessa a disegni, dipinti, sculture e assemblaggi realizzati da artisti non professionisti, affinando il suo gusto e la sua conoscenza dell’arte popolare e del disegno infantile.
Si interessa inoltre di quelle scienze umane e sociali (come antropologia, etnografia, studio del folklore e ancora psichiatria, psicologia, pedagogia) che possono aiutarlo nella sua indagine per capire al meglio l’uomo e il filo che unisce ognuno di noi al concetto di arte “pura”, “grezza”.
Nella seconda sezione sono esposte le composizioni delle figure più importanti e storiche dell’Art Brut, artisti outsider che Dubuffet ha trovato a partire dal suo viaggio di ricerca in Svizzera e in Francia nel 1945 e che costituiscono il nucleo della collezione poi donata a Losanna. Queste creazioni sono influenzate da tematiche vissute personalmente dagli artisti di Art Brut pertanto per comprendere la loro poetica non si può prescindere dalla conoscenza non solo delle loro opere, ma anche del loro vissuto personale.
Il percorso si chiude con due sale tematiche, una dedicata al corpo e l’altra alle credenze in cui troviamo opere provenienti dai cinque continenti, anche di autori contemporanei, che per i loro soggetti e le loro origini sono in particolare sintonia con le collezioni del Mudec.
La libertà dell’arte
La mostra dà quindi voce alle diverse forme di cultura e di arte nel mondo, dando spazio a lavori che, pur realizzati ai margini dell’ambito artistico tradizionale, dimostrano una loro potenza estetica che nasce da fantasia, talento e capacità che gli autori hanno acquisito da sé.