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Titolo: Donna in scena. Boldini, Selvatico, Marini
Date: 13 aprile – 15 settembre 2024
Spazio espositivo: Museo Santa Caterina, piazzetta Mario Botter 1, Treviso
Mostra a cura di: Fabrizio Malachin
Mostra promossa da: Comune di Treviso e Musei Civici Treviso
Mostra prodotta da: Comune di Treviso e Musei Civici Treviso
Patrocini: Ministero della Cultura; Regione Veneto; Provincia di Treviso
Sponsor: Generali. Valore e Cultura; Prosecco DOC Italian Genio
Progetto di allestimento: Filippo Maria Covre
Realizzazione dell’allestimento: Attiva
Immagine coordinata: Grafiche Antiga – Marco Auriemma
Grafica della mostra: Grafiche Antiga – Marco Auriemma
Ufficio stampa: Studio ESSECI di Sergio Campagnolo – Sergio Campagnolo
Catalogo: Antiga Edizioni
Ingresso intero e ridotto: € 12 | € 10
Allestimento Donna in scena Treviso
Courtesy Musei Civici Treviso

Donna in scena. Boldini, Selvatico, Marini

La mostra racconta il momento storico tra Otto e Novecento, durante il quale la donna “entrò in scena”, iniziando a conquistare libertà e indipendenza e divenendo il soggetto prediletto dalla ritrattistica: 130 opere tra dipinti, disegni, sculture e affiche sono accompagnate da abiti femminili, ventagli, borsette, cappellini e altri accessori d’epoca. Oltre agli “Italiens de Paris” Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi e Vittorio Corcos, l’esposizione rende omaggio a protagonisti della scena artistica trevigiana, quali Lino Selvatico, Giulio Ettore Erler e Alberto Martini, di cui ricorrono gli anniversari della morte.

Il percorso espositivo, articolato su tre piani in tredici sale, inizia dalla città di Treviso, di cui è esposta una pianta urbana del 1917, con le opere di Selvatico, Erler e Martini a raccontare la nascita della borghesia veneta, tra mondanità e decadenza. Fin dalle prime sale, alle opere sono affiancati gli oggetti che aiutano a ricostruire un’epoca e il contesto in cui agivano le donne raffigurate nei dipinti esposti. Il primo piano ospita i ritratti di alcune donne che raggiunsero il successo nel mondo della cultura e dello spettacolo, quali “la divina” Eleonora Duse, Wally Toscanini e la marchesa Luisa Casati. La figura della cantante e danzatrice afroamericana Joséphine Baker chiude simbolicamente la mostra: ottenne la nazionalità francese e – a seguito dell’impegno nella Resistenza – fu insignita della Légion d’honneur, per poi usare la propria popolarità nella lotta contro il razzismo. In un allestimento dove si alternano tonalità chiare di rosso e di grigio, la mostra definisce la fase iniziale di un processo di emancipazione non ancora concluso, invitando i visitatori a riflettere al contempo sul nostro passato e sul nostro presente.

Immagine di anteprima: dettaglio da © Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini, 1925, Collezione privata.

© Design People Soc. Coop.

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