Con l’esposizione di circa 90 dipinti tra oli e pastelli, la mostra intende esaltare la statura internazionale di Giuseppe De Nittis, che – come gli Impressionisti – contribuì a rivoluzionare l’idea stessa della pittura, scardinando la gerarchia dei generi per raggiungere quell’autonomia dell’arte che è stata la massima aspirazione della modernità.
Dopo un omaggio alla moglie di De Nittis, Léontine, sua musa e figura fondamentale per il suo successo, ha inizio il percorso espositivo, che in 11 sezioni percorre l’intera carriera dell’artista: dalla fondazione della Scuola di Resina e dalla raffigurazione dei paesaggi vesuviani si giunge a Parigi, città con cui De Nittis strinse un legame tanto profondo da definire se stesso “più parigino di tutti i parigini”; a rappresentazioni della “modernità” parigina (salotti aristocratici, il Bois de Boulogne e i suoi due ippodromi, la nevicata dell’inverno 1874-1875) seguono il soggiorno londinese, la passione per il Giappone, la pittura “en plein air” e – infine – gli ultimi anni. Nell’allestimento predominano tonalità di grigio, violetto e marrone chiaro, mentre i tessuti realizzati appositamente da Marzotto Interiors ricreano le atmosfere delle ambientazioni dei dipinti; alcune citazioni dell’autore scandiscono le sezioni della mostra, instaurando una dialettica tra le osservazioni di De Nittis e le sue opere. In apertura del percorso espositivo, un cortometraggio, a cura di Livia Ficoroni con Micol Forti, ricostruisce l’ambiente artistico e letterario della Parigi di fine Ottocento utilizzando estratti del diario del giovane De Nittis, la sua corrispondenza e confrontando le foto storiche con le sue opere e quelle dei maggiori artisti del suo tempo come Manet e Degas.