Intesa Sanpaolo e le Gallerie d’Italia di Torino ospitano la prima retrospettiva in Europa dedicata a Cristina Mittermeier, collaboratrice di National Geographic e pioniera della Conservation Photography, un genere fotografico che non si limita a immortalare le bellezze naturali del nostro pianeta, ma altresì sensibilizza lo spettatore alla salvaguardia dell’ambiente, invitandolo ad agire in merito. In circa 90 scatti la Mittermeier ha immortalato quella “grande saggezza” ravvisabile negli ecosistemi del nostro pianeta, nel mondo animale e tra le popolazioni indigene.
Il percorso della mostra è suddiviso in tre sezioni, dedicate rispettivamente al mondo sottomarino, al mondo terrestre e a vari popoli tribali: le fotografie sono state scattate in svariati luoghi del pianeta, dall’Etiopia alla Cina, dal Brasile alla Groenlandia, dall’Antartide alla Polinesia francese. Centrale nella mostra è il tema dell’oceano, caro alla Mittermeier non solo per la sua fondamentale importanza ai fini della nostra sopravvivenza, ma anche per una personale fascinazione, nata in gioventù durante la lettura delle storie di Emilio Salgari. Le prime due sezioni, dedicate al mondo naturale, sono accompagnate nell’allestimento dall’alternanza tra il bianco e il grigio scuro, mentre la parte riguardante le popolazioni indigene è caratterizzata dall’utilizzo di tonalità di marrone: questi stessi colori sono costantemente ripresi sulle cornici delle fotografie. In abbinamento al grigio scuro dell’allestimento, alcuni scatti – perlopiù di paesaggi sottomarini – sono esposti sotto un’illuminazione molto bassa, che crea un effetto suggestivo. Tra i video in mostra, che riprendono i soggetti immortalati dall’artista messicana, è presente un’intervista alla Mittermeier, utile ad approfondire la sua figura non solo in quanto fotografa, ma anche come biologa marina e come attivista.