Con oltre 60 opere provenienti dalle collezioni del Museo di Capodimonte, è raccontata la storia del museo napoletano, dalla sua fondazione come dimora reale da parte di Carlo III Borbone (1738), che vi trasferì le collezioni farnesiane ereditate dalla madre e regina di Spagna Elisabetta Farnese, fino alla sua prima istituzione come museo sotto Ferdinando I delle Due Sicilie (1785), passando per il ritorno a sede abitativa del re di Napoli e concludendo con la sua rinascita in qualità di Museo Nazionale (1957). Fin dalla prima sala della mostra (“Artisti napoletani per la corte sabauda”) viene celebrato il rapporto artistico tra Torino e Napoli, fiorito tra Settecento e Ottocento sotto le casate reali dei Savoia e dei Borbone.
Il percorso espositivo non segue un rigido criterio cronologico ma accompagna il visitatore all’interno delle varie collezioni che nei secoli sono confluite nel patrimonio artistico di Capodimonte: l’itinerario inizia dall’eredità farnesiana, ma con alcuni inserimenti di opere acquisite dai Borbone o dallo Stato italiano, così da illustrare la complessa articolazione della collezione di Capodimonte. Insieme alle tele di Masaccio, Tiziano, Correggio, Parmigianino, El Greco, Annibale Carracci, Caravaggio, Artemisia Gentileschi, Luca Giordano, Angelica Kauffmann e Andy Warhol è presente – all’interno di una teca illuminata – la Cassetta Farnese: proprio la statuina a tutto tondo di Ercole, collocata sul coperchio del prezioso scrigno, è stata stilizzata per il logo della mostra, secondo il progetto grafico di Marco Amerigo Latagliata. Per quanto riguarda l’illuminazione, le opere sono evidenziate attraverso il contrasto tra luce e ombra, mentre nell’allestimento sono accompagnate da tonalità di blu lapislazzuli, di rosso veneziano e di bordeaux.