Per un Palazzo Milzetti “vivo”. Incontro con Elena Rossoni

Fruizione, comunicazione, valorizzazione: questi i temi che abbiamo affrontato con Elena Rossoni, direttrice di Palazzo Milzetti - Museo Nazionale dell’età neoclassica in Romagna. Come diventare un punto di riferimento culturale per un pubblico ampio, sia a livello locale che nazionale.

Quale è secondo lei la caratteristica principale di Palazzo Milzetti – Museo nazionale dell’età Neoclassica in Romagna, a Faenza?

Palazzo Milzetti è un esempio straordinario di edificio completamente ristrutturato dal punto di vista architettonico in epoca neoclassica e totalmente decorato nelle sue sale, sia nell’intimo piano terra che nel solenne piano nobile. È il capolavoro dell’attività decorativa di Felice Giani, perfettamente conservato e accessibile, un vero gioiello dell’arte italiana.

Con quali attività e iniziative sta promuovendo la fruizione di Palazzo Milzetti?

Dal 2023 offriamo la possibilità di acquistare la Carta Milzetti, un abbonamento annuale pensato soprattutto per i residenti di Faenza, o delle zone limitrofe, che permette l’ingresso illimitato al palazzo e la partecipazione a tutte le attività che organizziamo, dalle conferenze alle presentazioni, dai concerti agli spettacoli. Questa iniziativa è volta a rendere il museo un luogo vivo, frequentato quotidianamente anche dai cittadini del territorio, piuttosto che una meta turistica da visitare una sola volta nella vita. Per i viaggiatori di passaggio, è stata creata quest’anno anche la Faenza Musei Card, grazie alla quale il visitatore può recarsi nei tre musei di Faenza, Palazzo Milzetti, Pinacoteca Comunale e Museo Internazionale delle Ceramiche, ottenendo delle riduzioni, potendo così apprezzare il patrimonio artistico della città.

Inoltre, i servizi educativi del museo curano numerose attività per le scuole e per i bambini, in modo da rendere Palazzo Milzetti un luogo aperto anche ai più giovani. Per esempio, abbiamo avviato la rassegna “Giochi d’arte a Palazzo Milzetti” entro la quale abbiamo creato “Il gioco dell’unicorno”: una caccia al tesoro alla scoperta delle decorazioni del palazzo, seguita da un momento ludico con una rivisitazione del gioco dell’oca, incentrata sui dipinti di Felice Giani e sulla figura araldica dell’unicorno, emblema dello stemma dei Milzetti.

Tante sono poi le iniziative per pubblici diversi, da concerti ad esempio in collaborazione con la scuola di musica Sarti, sino al ciclo di conferenze “Mirabili relazioni” dove studiosi vengono invitati a parlare di tematiche, spesso inedite, inerenti al palazzo e al neoclassicismo in generale.

Vengono svolte dal museo anche attività di ricerca?

La gestione di un museo non può prescindere da un’incentivazione della ricerca scientifica, perché anche attraverso la scoperta di nuove tematiche e l’approfondimento degli studi il museo può rivelare nuovi aspetti della sua storia. In occasione del secondo centenario della morte di Felice Giani e dei cinquant’anni dall’acquisizione del palazzo da parte dello Stato, abbiamo ad esempio tenuto un convegno in due giornate di studio (Faenza, 22 settembre e 12 ottobre 2023), i cui contributi sono stati raccolti nel volume Felice Giani (1758-1823). Pittore e decoratore nell’età neoclassica, da me curato insieme alla storica dell’arte Irene Graziani.

Sotto la sua direzione, come è cambiata la comunicazione esterna e interna?

Nel 2023 è stata rinnovata tutta la comunicazione interna ed esterna del museo, realizzando la nuova grafica, il sito internet e il nuovo logo del museo, creando anche un percorso narrativo, per cui la visita del palazzo può essere guidata – attraverso la lettura di appositi QR code – dalle voci di Felice Giani e di Francesco Milzetti. Questa idea nasce come una sorta di piccolo romanzo, basato concretamente su tutte le informazioni in nostro possesso sulla storia dell’edificio, e degli artisti che vi hanno lavorato, diretti tra 1802 e 1805 da Felice Giani e dalla sua equipe su committenza di Francesco Milzetti. In questo modo, siamo riusciti a rendere accessibile – in modo dilettevole e al contempo corretto filologicamente – quel che in passato avremmo raccontato soltanto nei confini della storia dell’arte. Il percorso è stato sviluppato in collaborazione con l’Università di Bologna (in particolare, con il Laboratorio FrameLab del Dipartimento Beni Culturali di Ravenna), e trova un grande apprezzamento da parte dei visitatori, come è possibile verificare dal quaderno di visita e dalle recensioni online.

Per quanto riguarda l’allestimento, l’obiettivo principale era quello di mantenere nel visitatore l’impressione di fare un tuffo nel passato, in epoca neoclassica, trovando un giusto equilibrio tra le necessità pratiche e le esigenze estetiche. Abbiamo realizzato supporti ad hoc il meno invasivi possibile, studiati di sala in sala in base ai colori, riducendo al minimo la parte scritta. È stato possibile ottenere questo risultato grazie all’inserimento dei QR code, che permettono di evitare pannellature con lunghi testi, che sarebbero risultate invasive nell’economia estetica delle sale. Inoltre, abbiamo provveduto a realizzare un touch screen che permette di ingrandire tutte le scene principali, un video in LIS e supporti tattili per ipovedenti. Dal punto di vista dell’accessibilità, anche cognitiva, altre novità verranno presentate nel corso dell’anno, nell’ambito di un ampio progetto PNRR che coinvolgerà diverse sedi dell’istituto di cui Palazzo Milzetti fa parte, vale a dire i Musei Nazionali di Bologna – Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia Romagna, ora diretto dal dirigente delegato Costantino D’Orazio, e composto di tante professionalità che hanno collaborato alla realizzazione dei progetti che vengono qui presentati.

Quali progetti ha portato a termine per valorizzare la collezione e gli spazi del palazzo?

Nel 2023 abbiamo ricevuto dal privato Alfonso Archi un’importante donazione: il dipinto Ercole incoronato davanti alla Sapienza (eseguito nella seconda metà del Seicento), scoperto dalla storica dell’arte Marcella Vitali nel 2015. Negli anni Trenta del Novecento, l’opera fu venduta a un privato e sostituita con un’opera novecentesca di eguale formato, raffigurante tre angioletti in volo, dall’allora proprietario del palazzo, Enrico Magnaguti. Durante i lavori di Felice Giani, il dipinto fu inserito nella volta di una sala del piano nobile, poi decorata con pitture che rappresentano le fatiche di Ercole. L’opera, restaurata dal laboratorio SOS Art di Bologna su finanziamento del nostro istituto, è stata ricollocata nella sua posizione originale, ripristinando così la coerenza iconografica della sala. Insieme alla titolare della ditta di restauro, Carlotta Scardovi, ho presentato il dipinto nell’aprile 2024, durante le conferenze del ciclo “Mirabili relazioni”.

Sempre durante l’anno scorso, abbiamo riaperto il loggiato superiore, decorato dagli aiutanti di Felice Giani su sua direzione. Questa zona, chiusa da tempo, ha richiesto un intervento di manutenzione e di messa in sicurezza per renderla accessibile e finalmente visitabile. Attraverso questo intervento, il palazzo recupera il suo rapporto con il giardino esterno, riacquistando anche luce e colore.

Ha in programma la rivalutazione di altri ambienti?

Il progetto principale è quello di adibire la cosiddetta “ala nuova” del palazzo, da tempo chiusa al pubblico, a spazio espositivo per mostre temporanee: al momento stiamo eseguendo i lavori per mettere a norma l’ambiente ai fini di una corretta conservazione delle opere, secondo le relative esigenze microclimatiche e di sicurezza. Su questa zona è stato incentrato il progetto del PNRR di efficientamento energetico, che permetterà di realizzare un nuovo impianto di climatizzazione. Oltre alla componente impiantistica, realizzeremo un apparato allestitivo stabile, ma modulabile a seconda delle diverse esigenze.

Stiamo altresì lavorando al collocamento dei nuovi uffici del museo all’interno dell’“appartamento del fattore”, situato al secondo piano del palazzo. Questo adeguamento funzionale renderà fruibile anche quest’area e – al contempo – permetterà di riorganizzare gli uffici al piano terra, nella prospettiva di allestire in maniera adeguata le aule didattiche poste all’ingresso.

 

Lorenzo Paglioriti

© Design People Soc. Coop.