Promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale con Electa, la mostra è curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj e conta quasi cinquanta opere all’interno di un arco temporale che dai primi anni Cinquanta giunge agli inizi del Duemila, attraversando le diverse fasi di ricerca di uno degli artisti più poliedrici nel panorama italiano.
“Un libro in tre dimensioni”
L’allestimento, progettato da Umberto Zanetti, ZDA Zanetti Design Architettura, è stato pensato per armonizzare le fantasiose opere dell’artista e il particolare contesto di una delle sale più rappresentative di Palazzo Reale, ricca di decorazioni e dalle grandi dimensioni. Il risultato, scrive Umberto Zanetti, è “un libro in tre dimensioni, che si vede, si legge, si attraversa e che è realizzato insieme dall’artista con le sue opere, dal curatore con la trama del percorso e dall’architetto con la scenografia dell’allestimento”.
Una sequenza di teatrini tematici con tre momenti centrali: l’Abside di ingresso, la Piazza centrale e il Lago delle sculture. Nella Sala del Lucernario, i visitatori sono accolti dalla ricostruzione scenografica dell’Apocalisse, un insieme di figure immaginarie e oniriche in un polittico di quasi 100 metri quadrati, allestito in altezza, come a evocare un’abside, ispirato idealmente al Giudizio Universale di Michelangelo.
Nella Piazza centrale la quinta tesa per dieci metri evoca un muro per esecuzioni e accoglie la grande opera su I funerali dell’anarchico Pinelli, caratterizzata fin dall’origine da una narrazione articolata, sempre più scenografica, con soluzioni ambientali e teatrali e qui inserita per la prima volta all’interno di un percorso espositivo, in dialogo con altre opere come la serie dei Generali e la Parata a sei.
Nel Lago delle sculture otto sculture della serie Meccano sono disposte come un reggimento in parata. La pedana su cui poggiano ha un rivestimento riflettente che fa sì che le sculture metalliche si raddoppino nelle dimensioni e nelle presenze.
Le strutture espositive
La struttura espositiva autoportante, realizzata da UniFor, è costituita da un telaio metallico su cui si ancorano una serie di pannelli di differenti altezze, verticali e inclinati, in multistrato di pioppo lasciato “naturale”. Uno sfondo neutro sul quale risalta per contrasto la ricchezza di materiali e colori tipica delle opere di Baj. La composizione delle strutture nello spazio, con i loro piani sfalsati, contribuisce alla creazione delle differenti aree tematiche della mostra. Gli elementi verticali della zoccolatura di appoggio a terra e delle testate tra le coppie di pannelli sono rivestiti “a specchio” così da rendere i setti sospesi sul disegno del pavimento in seminato e separati, come oggetti fluttuanti in una danza, nell’ambiente della Sala delle Cariatidi.
Le luci
Il progetto illuminotecnico sviluppato con Viabizzuno lascia sullo sfondo, quasi nell’oscurità, il perimetro delle sale che restano appena percepite e concentra i fasci di luce, utilizzando soluzioni diverse per le varie sale, sulle facciate dei piani espositivi con una dosata intensità per permettere una fruizione delle opere naturale e senza accenti drammatici.
La grafica
Integra il percorso espositivo la grafica curata dallo Studio Sonnoli che accoglie il visitatore con un lucente e magnetico logo Baj sospeso a mezz’aria e utilizza, come supporto ai testi, lunghi teli di carta che si srotolano verticalmente come un secondo ordine di lesene lungo le pareti della Sala del Lucernario e si distendono sui pannelli interni della mostra differenziandosi in colore tra testi dei curatori e citazioni dell’artista.