Il dolce virtuosismo di Tosalli

Titolo: Felice Tosalli. Animali di un altro sogno
Date: 29 marzo – 8 settembre 2024
Spazio espositivo: Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, corso Bettini 43, Rovereto, TN
Al Mart la mostra dedicata a Felice Tosalli introduce il visitatore alla riscoperta del più importante esponente della scultura animalista in Italia: le opere raccontano il suo universo fiabesco e raffinato, non solo in quanto scultore, ma anche come ceramista, pittore, litografo, cartellonista e grafico.

Al Mart di Rovereto la mostra “Felice Tosalli. Animali di un altro sogno” introduce il visitatore alla riscoperta del più importante esponente della scultura animalista in Italia: oltre 130 opere raccontano l’universo fiabesco e raffinato di Felice Tosalli (Torino, 1883-1958), non solo in quanto scultore, ma anche come ceramista, pittore, litografo, cartellonista e grafico. La progressiva riscoperta dell’artista è stata promossa soprattutto da Alfonso Panzetta, curatore della mostra (con Beatrice Avanzi) e del progetto di allestimento, nonché esperto di scultura animalista e massimo conoscitore di Felice Tosalli: l’esposizione del Mart prosegue il lavoro di Panzetta, successivo alle recenti pubblicazioni di un’aggiornata monografia (Felice Tosalli 1883-1958. Animali e altre sculture. Legni e disegni, 2021) e dell’archivio privato dell’artista (Felice Tosalli. L’archivio privato, 2023).

Animali e figure, figure e animali

Una panoramica dell’attività di Felice Tosalli da disegnatore e da scultore (non solo di animali, ma anche di figure) contraddistingue la prima sala, dove è esposto anche il banco di lavoro dell’artista, luogo di produzione delle opere e punto di partenza simbolico della mostra: qui è ravvisabile l’esperienza come disegnatore di moda, l’attività nel campo della pubblicistica, l’unica esperienza con la pittura murale (con il cartonato e con il bozzetto per La Maddalena ai piedi di Gesù), la scultura figurativa (il San Cristoforo, il Sacerdote assiro e la Figurina egizia) e l’interesse per il mondo animale con una serie di sculture e disegni di volatili. In seguito, l’itinerario si articola in due rami paralleli, uno dedicato agli animali, l’altro alle figure: se nell’arte animalista Tosalli risulta un artista unico nel suo genere, dalle rappresentazioni di figure è ravvisabile un legame con l’arte simbolista mitteleuropea (in particolare, con lo stile delle Secessioni) e uno spiccato interesse per soggetti letterari, mitologici e religiosi. I precisi e raffinati disegni preparatori di Tosalli sono stati disposti in costante dialettica con le sculture esposte, in modo da mostrare al visitatore il complesso processo creativo dell’artista, profondo conoscitore dell’anatomia comparata. Durante l’intervista a noi concessa, Alfonso Panzetta afferma di aver scelto di accorpare a gruppi le sculture animaliste (volatili, felini, cuccioli…), al fine di compensarne le dimensioni contenute: tra la giocosa dolcezza dei cuccioli di leone e d’orso, l’ironica vitalità dell’Orso labiato e di C’era una volta una principessa e la perizia tecnica nella rappresentazione degli animali, l’allestimento costruisce una narrazione naturalistica, facendo rivivere le assidue frequentazioni di Tosalli allo Zoo e al Museo di Storia Naturale del Jardins des Plantes, durante il giovanile soggiorno a Parigi. Le ceramiche e le porcellane policrome rappresentano la produzione di Tosalli per la Manifattura Lenci e precedono il finale, dove quattro sculture lignee di figure a cavallo (San Giorgio, D’Artagnan e le due versioni di Lady Godiva) intrecciano concettualmente le due ramificazioni principali del percorso espositivo.

In armonia con i colori di Tosalli

Per l’allestimento Alfonso Panzetta ha scelto una tonalità fredda di grigio scuro, fondamentale per esaltare i colori caldi e le rifiniture ad acquerello delle sculture lignee di Tosalli, in legno di pero o in legno d’acero, nonché delle opere grafiche, ancora inserite in cornici d’epoca: secondo le parole del curatore, l’utilizzo di colori vivaci avrebbe rischiato non solo di contrastare con le opere, ma anche di rendere meno evidenti le finezze tecniche dell’artista. In accordo con questa idea, FM Light Genesi – Bologna ha progettato un’illuminazione tenue e omogenea, in modo da evitare di inondare di luce fredda le opere esposte: una volta che l’occhio si è abituato alla bassa intensità della luce, è possibile apprezzare un raffinato ed equilibrato contrasto tra colori freddi e colori caldi, che rende leggibile e godibile la visita della mostra.

Il Centauretto, scelto come immagine della mostra, è opera emblematica di tutta la poetica dell’artista torinese: il virtuosismo anatomico accompagna la dolcezza della tenera età, racchiusa nell’atto di stringersi al petto una piccola tartaruga.

 

Lorenzo Paglioriti

© Design People Soc. Coop.

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