Dotdotdot al Mudec mette in scena Rodin

Titolo: Rodin e la danza
Date: 25 ottobre 2023 – 10 marzo 2024
Spazio espositivo: Mudec, via Tortona 56, Milano
Materiali, luce, soundscape immersivo, video-arte: nel concept allestitivo scenografico ogni elemento concorre a esaltare e mettere in scena il movimento insito nelle sculture di Rodin in una perfetta sintesi tra l’evanescenza della danza e la concretezza del gesto scultoreo.

La mostra, prodotta da 24 ORE Cultura e promossa dal Comune di Milano – Cultura, racconta attraverso un progetto inedito il fascino che la danza – e in modo particolare quella tradizionale del Sud-Est Asiatico – esercitò su Auguste Rodin. Un circolo virtuoso in cui, da un lato la danza fu musa ispiratrice per l’artista nei primi del Novecento, dall’altro la danza contemporanea trova ancora oggi ispirazione dall’artista attraverso le sue opere “danzanti”, uniche e ancora oggi attuali. Grazie alla preziosa collaborazione del Musée Rodin di Parigi, per la prima volta è in mostra in Italia una serie di terrecotte dell’artista francese nota come “Movimenti di danza”, messe a confronto con disegni e fotografie provenienti dalla stessa collezione.

Rodin e la danza

Lo studio Dotdotdot ha progettato e realizzato per la mostra un allestimento immersivo in cui luce, suono e materiali mettono in scena un racconto emozionale che prende ispirazione proprio da queste terracotte. Come Rodin ha sfidato ed esplorato in questa serie la relazione tra statico e dinamico e pieni (corpo) e vuoti (spazio), così l’allestimento ricrea questa tensione diventando un corpo nudo esso stesso, rivestito da una pelle che muta di forma e funzione: tessuti trasparenti evanescenti si alternano a pannelli di cartongesso grezzo e videoproiezioni, giocando con il concetto di pieno/vuoto e ricreando dinamismo e teatralità in un crescendo emozionale.

Le luci e i suoni del movimento

Luce e composizione sonora caratterizzano ogni sezione della mostra, variando in accordo con la narrazione e le opere esposte. Il progetto di light design si propone di fornire al visitatore una lente attraverso cui esplorare le opere, accentuandone le peculiarità e le caratteristiche intrinseche in ogni sala. La luce si fa drammatica e l’ambiente scuro quando deve porre l’attenzione sul movimento delle statuine delle danzatrici nella prima sala; si colora per sottolineare la vitalità ed energia khmer nella sezione dedicata alle Influenze dall’Estremo Oriente; diventa bianca e diffusa per elevare la danza ad opera artistica, conferendo il valore di galleria allo spazio dedicato alla danza contemporanea.

La composizione sonora, realizzata ad hoc, interviene per sonificare i movimenti delle stoffe e delle coreografie di Loïe Fuller – artista che insieme a Isadora Duncan ha ispirato la ricerca di Rodin – traduce in suono i gesti evocativi della natura tipici della danza khmer, e diventa soundscape generativo nell’ultima sala, dove il visitatore, interagendo con la videoproiezione del proprio corpo, esplora la scomposizione del movimento.

Le sale espositive

In dettaglio, la sala della prima sezione è caratterizzata da una teca centrale dove le quindici statuine della serie “Movimenti di danza” sono esposte linearmente. La disposizione delle opere genera un dinamismo che viene esaltato da una videoproiezione del morphing di pose e movimento su una quinta teatrale a tutta altezza. L’illuminazione è volutamente drammatica e teatrale: nel buio, la luce porta l’attenzione sulle statuine inedite. Il soundscape è emozionale e vibrante.

La sala della sezione dedicata alle influenze dall’Estremo Oriente raccoglie, in un equilibrato contrasto di colori caldi, luminosi e vibranti, la collezione di oggetti etno-antropologici su un grande tavolo nudo, mentre le pareti accolgono i disegni che Rodin realizzò ispirandosi alle danzatrici cambogiane. La struttura avvolge come un abbraccio il visitatore: i morbidi tessuti che la rivestono ospitano videoproiezioni che rievocano la gestualità delle mani delle danzatrici khmer, il cui movimento è esaltato e tradotto in suono dal soundscape.

La sezione dedicata alla danza contemporanea espone opere e disegni di Rodin che sono stati d’ispirazione per una serie di sei coreografie di danza contemporanea concepite tra il 1990 e il 2021. Le sale cambiano nuovamente luce, perdono il colore per conferire astrazione e un ambiente atemporale: la luce bianca inonda le opere elevandole, come in una galleria d’arte contemporanea.

L’ultima sala è dedicata a un’installazione con cui i visitatori possono interagire generando immagini e suono, attraverso il movimento del proprio corpo.

La materia e il movimento

Il movimento viene rilevato e visualizzato come una serie di sagome consecutive scomposte nella videoproiezione, riportando alla natura dello studio di Rodin secondo il quale: “Per esprimere il movimento in tutto il suo carattere e verità, è importante che questo sia insieme il risultato di movimenti consecutivi che hanno preceduto il momento sul quale ci si concentra.”

Così Laura Dellamotta, architetto e co-founder di Dotdotdot: “Abbiamo immaginato di trasformare gli ambienti della mostra in uno spazio scenografico in cui mettere in scena la materia e il movimento. Il senso di non-finito, dato dalla tecnica dell’assemblaggio utilizzata da Rodin per la creazione delle danzatrici, ci ha ispirati nel concept allestitivo. Per l’allestimento abbiamo scelto infatti di utilizzare materiali crudi, non trattati, che entrassero in dialogo armonico con le opere protagoniste della mostra. Luci, soundscape emozionale, videoproiezioni accompagnano il visitatore nell’universo semantico che è stato d’ispirazione per Rodin, in un crescendo emozionale che si conclude con un’installazione interattiva, dove il visitatore diventa protagonista”.

© Design People Soc. Coop.

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