Da progetto pilota a progetto permanente: “City Canvas”, l’arte pubblica abbellisce New York

Un programma di successo che consente l’installazione di opere di arte visiva sulle strutture temporanee che caratterizzano i cantieri edili con l’obiettivo di contribuire a una New York più vivace e vivibile e di promuovere gli artisti locali.

In una città come New York che conta circa 483 chilometri di recinzioni, ponteggi, impalcature relativi a cantieri di costruzione, il sindaco Eric Adams ha investito molte risorse nel piano “Get Sheds Down” volto a migliorare l’estetica della città. È all’interno di questo piano che è nato il programma “City Canvas” che mira a costruire un processo creativo partecipato di abbellimento urbano.

“City Canvas”

Il New York City Department of Cultural Affairs (DCLA) ha avviato “City Canvas” come programma pilota temporaneo nel 2018 e lo ha reso permanente nel settembre 2023 grazie a una legge locale (LL 163) che ha modificato la Carta della città di New York e il Codice edilizio per consentire l’esposizione di opere d’arte su strutture di sicurezza temporanee come ponteggi di protezione dei marciapiedi, recinzioni e impalcature. Nella fase sperimentale sono state esposte 124 opere di 119 artisti in 47 cantieri in tutta la città.

Oggi i proprietari degli immobili che presentano una domanda di permesso per una struttura di protezione temporanea nella sede del cantiere vengono automaticamente iscritti al programma e viene loro offerta solo un’opzione di rinuncia. Due sono le possibilità di scelta che il programma offre per procedere all’installazione: opere d’arte pre-approvate e opere d’arte site-specific.

Opere d’arte pre-approvate

Con una open call il Dipartimento Affari Culturali di New York, tramite una commissione composta da artisti locali professionisti e parti interessate della comunità, seleziona una decina di artisti che, grazie a un processo partecipato con la città, perfezioneranno e finalizzeranno le idee proposte. Infine le opere pre-approvate vengono messe on line affinché i proprietari degli immobili e gli artisti possano collaborare nella declinazione dei motivi scelti all’interno dei singoli cantieri. Il tutto è regolato da precise linee guida e l’esecutivo finale deve essere approvato dal Dipartimento. I costi dell’esposizione delle opere, così come quelli della licenza d’uso, sono a carico dei proprietari. Tutte le opere d’arte pre-approvate sono progettate per essere altamente flessibili e possono adattarsi a un’ampia gamma di contesti e condizioni di cantiere.

Opere d’arte site-specific

In questo caso i proprietari possono commissionare le opere agli artisti direttamente o tramite un’organizzazione partner che ne gestisce la produzione. Rimane sempre vincolante l’approvazione finale del DLCA.

L’esperienza di ArtBridge

Una delle realtà più attive che ha collaborato al progetto pilota newyorchese è l’organizzazione no profit ArtBridge che dal 2009 ha allestito mostre in decine di cantieri, mettendo gli artisti al centro della vita pubblica, dando voce soprattutto alle comunità locali. A loro, in collaborazione con Off Site Art, si deve il progetto per L’Aquila che ha trasformato l’enorme cantiere post terremoto del centro storico in un’installazione artistica all’aperto. Dal 2014 le impalcature dei cantieri della ricostruzione sono state trasformate in una grande galleria d’arte a cielo aperto, con più di sessanta opere sparse per la città, simbolo di ricostruzione anche dell’identità culturale dell’Aquila.

Portfolio 2024 delle opere d’arte pre-approvate

Otto progetti sono stati selezionati con l’open call dello scorso gennaio e sono ora on line in attesa di decorare i nuovi cantieri di New York. Gli artisti hanno ricevuto un compenso per creare queste opere di arte pubblica e possono ricevere un compenso aggiuntivo se scelti dai proprietari degli immobili.

Tra di loro Ebony Bolt che con la sua opera The Jungle and the City ribalta il concetto di giungla di cemento rappresentando gli abitanti di New York tra verdeggianti disegni di piante, tra cui quelle a forma di orecchie di elefante che sono viste come un simbolo di protezione e buona fortuna. Sono fonte di ispirazione per le persone ritratte, in cui si mescolano generazioni e culture diverse, i viaggi in treno che l’artista compie in giro per i quartieri della città.

Come ha dichiarato uno dei commissari, Laurie Cumbo: “L’arte negli spazi pubblici ha il potere di dare voce alle nostre comunità, di rendere la nostra città più vivibile e più bella e di trasformare il banale in magnifico!”.

© Design People Soc. Coop.

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