“Marionette e Avanguardia” si presenta come una mostra-spettacolo intorno al concetto di rottura della quarta parete, caratteristico del linguaggio teatrale comico, nonché del teatro di figura. Nel percorso espositivo è raccontata l’influenza dell’estetica delle marionette e dei burattini su alcuni artisti del Novecento, che ne riconobbero il potenziale espressivo nell’ambito della pedagogia o della satira politica.
Marionette e burattini nel Novecento
Quattro costumi a grandezza naturale disegnati da Picasso per “Parade”, balletto coreografico portato in scena da Sergej Djaghilev a Parigi nel 1917, accolgono i visitatori all’inizio di un percorso espositivo che spazia dagli esemplari della Commedia dell’Arte alle creazioni del burattinaio Otello Sarzi.
Il primo piano ospita il cuore della mostra, a partire dai futuristi Enrico Prampolini e Fortunato Depero, che utilizzarono l’estetica astratta e macchinica delle marionette come mezzo espressivo della realtà sociale all’indomani della Grande Guerra.
A seguire, la scuola Bauhaus con Paul Klee, Andor Weininger, Lothar Schreyer, Sophie Täuber Arp e Oskar Schlemmer, influenzati dalla riscoperta del classico di Heinrich von Kleist Sul teatro delle marionette (1810).
Ne “Le marionette e la Rivoluzione” sono esposte le marionette commissionate da Lenin e da sua moglie Natalia Krupskaya ad artisti, architetti e scrittori, al fine di combattere l’analfabetismo in Russia per mezzo del teatro di figura; schizzi, manifesti e proiezioni omaggiano la pittrice e burattinaia Nina Efimova, pioniera del teatro sperimentale per bambini.
La mostra si conclude con un omaggio a Otello Sarzi, reggiano d’adozione, erede di una lunga tradizione di burattinai e protagonista del teatro di figura in Italia durante la seconda metà del Novecento.
Il pubblico rompe la quarta parete
Francesca Tagliavini (Fondazione Palazzo Magnani) e Maria Chiara Zacchi (corrainiStudio) hanno progettato una scenografia “teatrale”, in stretta dialettica con il tema della mostra. Il corridoio di ingresso riproduce per mezzo di sagome e di diorama una sequenza di teatrini con il sipario alzato: entrare nel percorso espositivo comporta una rottura della quarta parete “al contrario”, così da permettere ai visitatori di salire sul palcoscenico della mostra, diventando i soggetti dell’interazione con le marionette e con i burattini esposti. Inoltre, nelle sale del piano terra sono stati allestiti due palcoscenici, una baracca e un “castelet”, che ospitano brevi spettacoli quotidiani per i visitatori a cura della compagnia Carlo Colla di Milano e dell’associazione 5T di Reggio Emilia.
Nell’allestimento, dove al bianco e al nero si alternano il rosa e l’avio, tutte le marionette – di grandi e di piccole dimensioni – sono state esposte “in azione”, sorrette dai fili necessari a manovrarle. In apertura del percorso espositivo, i costumi disegnati da Picasso sono collocati su una pedana e in una sorta di nicchia color verde felce, cui si giunge attraversando una serie di scenografici sipari; al primo piano, i Dieci burattini futuristi di Enrico Prampolini, che raffigurano personaggi dell’epoca come D’Annunzio, Mussolini e il re Vittorio Emanuele III, sono riuniti su una piattaforma circolare che ruota, mentre nell’ultima sala le marionette di Otello Sarzi, realizzate con materiali di recupero, sono appese su uno sfondo riflettente.