La mostra presenta 120 opere – molte provenienti da collezioni private e raramente esposte – con lo scopo di presentare i Macchiaioli come anticipatori delle scelte estetiche dell’Impressionismo, rivalutandoli non solo in quanto interlocutori fondamentali nell’ambito dell’arte europea della seconda metà dell’Ottocento, ma anche come anticipatori del linguaggio pittorico novecentesco.
Il percorso espositivo, articolato in dieci sezioni, racconta i diversi momenti della ricerca artistica dei Macchiaioli: i luoghi a loro familiari, quali il Caffè Michelangiolo di Firenze, Castiglioncello, Piagentina, la Maremma e la Liguria; il passaggio in Toscana di Giovanni Boldini e la realizzazione del ciclo pittorico per Isabella Falconer; dopo l’arte di Ferdinando Martini e la pittura naturalista, una sezione è dedicata alle incisioni di Giovanni Fattori; infine, i Macchiaioli in quanto anticipatori della pittura del Novecento. In un allestimento dove predominano alternativamente il bianco e il blu mare, il visitatore ripercorre l’intera vicenda dei Macchiaioli: secondo le parole della curatrice Francesca Dini, “la mostra storicizza l’evoluzione della poetica macchiaiola in senso naturalista, messa in atto dai Macchiaioli di seconda generazione”.