La mostra, organizzata e prodotta dal MAXXI, il cui titolo è ispirato a uno dei libri più celebri di Ennio Flaiano, accoglie le creazioni di tredici giovani artisti, che – per mezzo di un’estetica dal carattere onirico e visionario, profondamente influenzata dall’ambiente digitale – si interrogano sui mutamenti antropologici e culturali in atto.
L’allestimento accoglie opere di vario genere: la “screen-less animation” (“animazione senza schermo”) di Anna Franceschini, le installazioni (Giulia Cenci, Agnes Questionmark, Numero Cromatico, Alice Visentin), la pittura su tela (Valerio Nicolai, Guglielmo Castelli, Thomas Braida) e su tessuto (Bea Bonafini), la scultura (Caterina De Nicola) e la videoarte (Diego Marcon, Wangechi Mutu, Jon Rafman). Inserito nel percorso di mostra e in dialogo con essa, il progetto speciale “Giuseppe Stampone e le fotografie di Scanno della collezione Franco e Serena Pomilio” prevede l’esposizione di una serie di opere, prodotte appositamente per questa occasione, dell’artista abruzzese Giuseppe Stampone, ispirate a una selezione di fotografie storiche del borgo di Scanno (scattate da Gianni Berengo Gardin, Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Hilde Lotz-Bauer, Mimmo Jodice e Ferdinando Scianna), ponendole a confronto.