La Villa e Collezione Panza di Varese ospita 59 opere di ventitré artisti contemporanei, con l’intento di affrontare uno dei temi cari al collezionista Giuseppe Panza di Biumo (1923-2010): il tempo. Con la mostra si intende altresì valorizzare un nucleo di opere facenti parte della recente donazione di Giovanna Magnifico e della famiglia Panza al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, avvenuta nel 2022.
Il percorso espositivo, articolato in due registri narrativi (il tempo eterno e il tempo della realtà), approfondisce il tema del tempo sotto cinque aspetti, corrispondenti alle sezioni della mostra: il senso, la durata, i luoghi, il rumore e l’esperienza. L’esposizione prende avvio da Time Study di Gregory Mahoney, dove venti lettere in acciaio ossidato e fuliggine compongono la scritta “Time exists in the minds”: il visitatore è indotto fin da subito a soppesare il valore del tempo, così da dedicare la necessaria attenzione a ogni opera d’arte. Nella sezione successiva, la durata del tempo è affrontata nelle opere di artisti quali Hanne Dabroven, Jan Dibbets e Franco Vimercati: One Million Years di On Kawara diventa protagonista di una performance dal vivo aperta al pubblico, che prevede la lettura di un milione di anni, scritti sotto forma di date in dieci grandi volumi. Dopo le rappresentazioni dei “luoghi della memoria” di Vincenzo Agnetti, Pier Paolo Calzolari, Stephan Dean, Lawrence Carroll e Ron Griffin, la mostra prosegue con le installazioni sonore di Michael Brewster e le macchine in movimento di Piero Fogliati: in uno spazio meno illuminato rispetto al resto della mostra, strumenti e meccanismi emettono vibrazioni sonore e conferiscono materialità al silenzioso fluire del tempo, permettendo al visitatore di udirne il rumore. All’interno della scuderia piccola dell’ala dei Rustici, l’installazione The Eighth Investigation, Proposition 3 di Joseph Kossuth invita i visitatori a sedersi a un tavolo per sfogliare i quaderni esposti, mentre il tempo è scandito dai rintocchi delle lancette di ventiquattro orologi, che segnano orari diversi. In chiusura del percorso espositivo, il tema del tempo viene esplorato anche nel mezzo cinematografico, con la proiezione del film muto di Buster Keaton Seven Chances.
Il percorso espositivo è accompagnato anche da podcast che guidano il visitatore alla comprensione delle opere ed è arricchito da suggestioni di filosofi e letterati, chiavi di lettura che rimandano alla riflessione sul tempo che da secoli interroga l’uomo.
Immagine di anteprima: Gregory Mahoney, Time Study, 2000, acciaio, ossidazione, macchie di fuliggine, Collezione Panza. Da foto: Courtesy Magonza, © Michele Alberto Sereni.