La mostra, patrocinata dalla Fondazione Augusto Agosta Tota, illustra la vicenda artistica e biografica di Antonio Ligabue, esponendo 92 opere provenienti da collezioni private (71 dipinti, 8 sculture e 13 disegni), a quasi un anno dalla scomparsa di Augusto Agosta Tota, che dell’artista fu amico, promotore e studioso. Secondo le parole del curatore Giovanni Faccenda, la monografica ha lo scopo di allontanare Ligabue da una visione provinciale, in quanto protagonista dell’Espressionismo europeo e figura ancora oggi attuale.
L’itinerario della mostra, articolato in 8 sale, consiste di un percorso completo all’interno della produzione di Ligabue, dalle sculture di fine anni Trenta ai dipinti realizzati nel 1962. Nell’allestimento le opere sono accompagnate perlopiù dal blu acciaio e dal giallo opaco, con un’illuminazione che – tramite il contrasto con il buio – mette in risalto i dipinti e i disegni esposti e crea giochi di ombre con le sculture, tutte collocate su supporti neri. Alcuni pannelli grafici, arricchiti da video e da fotografie d’epoca, informano il visitatore riguardo alla vita tormentata di Ligabue, nei confronti del quale – secondo le parole del curatore Giovanni Faccenda – ancora oggi il mondo della critica d’arte è debitore, colpevole di non averlo compreso nel profondo.