Cento anni dopo l’inizio del soggiorno romano di Escher, Arthemisia ha prodotto e organizzato una ampia antologica su Escher, composta da circa 300 opere, di cui numerose inedite e mai esposte prima. La mostra ripercorre l’intera carriera di Escher, mettendo in risalto il suo stretto legame con l’Italia e, in particolare, con la città di Roma.
Il percorso espositivo è articolato in otto sezioni: “Gli inizi” presenta i primi lavori, ancora influenzati dall’Art Nouveau; “Italia” valorizza la passione di Escher per le architetture e i paesaggi italiani; “Tassellature” mostra l’influenza esercitata sull’artista dalle decorazioni geometriche in stile moresco, conosciute a partire dalla visita all’Alhambra di Granada; “Metamorfosi”, “Struttura dello spazio” e “Paradossi geometrici” raccontano il complesso rapporto di Escher con la matematica, la geometria e il tema della riproduzione grafica dell’infinito; infine, dopo una sezione riguardante i lavori su commissione, “Eschermania” omaggia la perenne modernità dell’artista. Nel percorso espositivo è stata collocata una ricostruzione dello studio di Escher a Baarn, con vari strumenti originali e il cavalletto portatile utilizzato dall’artista durante i viaggi in Italia. In alcune sale immersive, corredate da specchi, video e fotografie mostrano le illusioni architettoniche e le complesse geometrie nate dalla mente di Escher, introducendo il visitatore all’interno dell’universo creativo dell’artista. Come ha dichiarato in una recente intervista, Francesco Murano, curatore del progetto illuminotecnico e grande appassionato dell’opera di Escher, ha ideato per la mostra “un ambiente di luce soffusa, nel quale le opere appaiono evidenziate ed esaltate da luci circoscritte”, utilizzando sia dei sagomatori per perimetrare la luce sulle opere, sia dei proiettori a fascio largo per eliminare il cosiddetto “effetto caverna” e illuminare testi, citazioni e immagini di supporto, rischiarando anche le sale espositive.