All’esterno della Mole Antonelliana il visitatore è accolto da riproduzioni in grande formato della serie dei Numeri sulla cancellata storica e da due sculture in giardino ispirate al film “Edward mani di forbice”, il cerco e il drago, mentre lo scalone aulico ospita il personaggio Ballon Boy.
Inizia così un viaggio nell’universo visionario e nella creatività di Tim Burton al Museo Nazionale del Cinema di Torino e il nucleo principale dell’esposizione si concentra sull’archivio personale del regista, mostrando un’incredibile varietà della sua produzione creativa. Allestita nell’Aula del Tempio, sulla rampa elicoidale e al piano di accoglienza della Mole Antonelliana, la mostra è suddivisa in nove sezioni tematiche e presenta oltre 550 opere d’arte originali, raramente o mai viste prima, che vanno dagli esordi fino ai progetti più recenti, passando per schizzi, dipinti, disegni, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi e installazioni scultoree a grandezza naturale.
La mostra ripercorre le orme del regista e dell’evoluzione della sua singolare immaginazione visiva di artista postmoderno multidimensionale, in una sorta di autobiografia raccontata attraverso il suo processo creativo senza limiti.
La mostra inizia attraversando un portale che permette al visitatore di immergersi in un luogo magico, l’Aula del Tempio, in cui troviamo il dietro le quinte di alcuni momenti dei film di Tim Burton, disegni realizzati su block-notes degli alberghi o tovaglioli dei ristoranti a testimonianza della spontaneità del suo processo creativo, la ricostruzione di uno spazio-studio in cui il regista è solito scrivere e dipingere, revisionare sceneggiature e scenografie.
Sulla rampa elicoidale sono presenti sei sezioni, ognuna caratterizzata da un fondale di colore diverso, ricche di oggetti, opere d’arte e disegni a raccontare i temi portanti della sua arte, ciò che lo ha influenzato, i progetti non realizzati, i personaggi dei suoi film.
Al piano di accoglienza due sezioni dedicate alla parte più personale di Tim Burton: il tema delle feste, fin dall’infanzia momenti di fuga dalla monotonia quotidiana, e la figura del “reietto incompreso” incarnato da personaggi iconici come la Sposa Cadavere, Edward mani di forbice o Jack Skeleton. Il percorso finisce come era iniziato, attraversando un tendone con la scritta “The End”, ma in realtà troviamo ancora i pirati ad accoglierci: sculture in scala reale realizzate sui disegni d’archivio di un progetto del 1980 mai realizzato, create presso gli studi di El Volador a Città del Messico, in stretta collaborazione con Tim Burton.
Immagine di anteprima: Poster della mostra