Nell’ambito della rassegna diffusa “La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796-1915”, promossa dai Musei Civici di Bologna e curata da Roberto Martorelli e Isabella Stancari, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna apre al pubblico le proprie collezioni: oltre 100 opere tra dipinti, disegni, acquerelli, sculture e maioliche raccontano la storia dell’arte a Bologna durante l’Ottocento.
Il percorso espositivo, suddiviso in sei sezioni, si apre con il gesso della Maddalena di Antonio Canova, collocato simbolicamente al centro della stanza e attorniato da dipinti rappresentativi della nuova stagione pittorica bolognese: insieme all’Autoritratto di Luigi Serra è possibile vedere anche la sua tavolozza, ancora macchiata dai colori. Dopo una sala dedicata agli scultori Giacomo De Maria ed Enrico Barberi, caratterizzata da un’illuminazione meno intensa rispetto agli altri ambienti, sono affrontate le personalità di Antonio Basoli e dello scenografo Giuseppe Badiali. In seguito a una sezione sulla manifattura Minghetti, dove sono esposte le maioliche appartenute al duca di Montpensier, “L’immagine della città” propone esempi della moderna visione del reale dei paesaggisti bolognesi della seconda metà dell’Ottocento. In chiusura della mostra, è raccontata la “Bologna Carducciana”: il piccolo busto di Giosuè Carducci, opera di Tullo Golfarelli, occupa la posizione centrale della stanza, mentre sul fondo è collocato il bozzetto in gesso per il monumento celebrativo del poeta, commissionato dal Comune di Bologna a Leonardo Bistolfi in seguito alla morte di Carducci.