Nell’ambito delle iniziative di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, la mostra approfondisce la produzione artistica del bergamasco Giambattista Moroni (in particolare la ritrattistica), effettuando un confronto con pittori attivi nello stesso periodo in area lombarda, quali il suo maestro Alessandro Bonvicino detto “il Moretto”, Lorenzo Lotto e Gerolamo Savoldo, nonché con altri artisti contemporanei, quali Tiziano, Paolo Veronese e Tintoretto.
Il percorso espositivo, suddiviso in nove sezioni tematiche, prende avvio dalla bottega del Moretto, dove il giovane Moroni raccoglie appunti grafici che finiscono in un taccuino di disegni, alcuni dei quali sono presenti in mostra), e da Lorenzo Lotto, che – sia per i soggetti sacri sia per il genere ritrattistico – ha costituito un’importante fonte di ispirazione per il pittore bergamasco. Negli approfondimenti sulla ritrattistica, Moroni viene distinto da altri artisti del suo tempo per un predominio dell’introspezione fisiognomica sull’idealizzazione, anche quando occorre rappresentare figure pubbliche e potenti: i “Ritratti delle persone del suo tempo” sono posti in dialogo con cinquecentine, armi e armature, selezionate con lo scopo di creare una relazione diretta con i dipinti. Dopo un approfondimento sul legame tra Lotto e Moretto, Moroni viene analizzato in quanto interprete dei dettami della Controriforma. Chiude la mostra Il Sarto, ritratto emblematico dell’attenzione di Moroni per la foggia delle stoffe: il dipinto è posto a confronto con altri ritratti dell’epoca, dai quali risulta la diffusione della moda nella seconda metà del Cinquecento, e con il Libro del Sarto, volume miscellaneo che contiene disegni, modelli di taglio, stampe e appunti che illustrano la moda del tempo. Nell’allestimento, progettato da Valter Palmieri di Nexhibit Design, si alternano tonalità di avio e di viola melanzana, sotto un’illuminazione che evidenzia le opere per mezzo del contrasto tra luce e ombra.