Uno sguardo disincantato sulla realtà

Titolo: Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo
Date: 6 febbraio – 7 settembre 2025
Spazio espositivo: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna
Il MAMbo di Bologna festeggia i suoi cinquant'anni con ironia. Inaugurata in occasione di Art City Bologna 2025, la mostra riunisce oltre 100 opere e documenti d’archivio di più di 70 artisti, prodotti dagli anni Cinquanta a oggi all’insegna dell'ironia. L’allestimento è un omaggio dichiarato all’architettura di Aldo Rossi.

La mostra inizia ancor prima di entrare nella sala delle Ciminiere dell’antico Forno del Pane con i piccioni tassidermizzati di Maurizio Cattelan (Ghosts) appollaiati sulle strutture metalliche che sovrastano la hall del museo, prosegue con l’imponente Mozzarella in carrozza di Gino De Dominicis e si apre sugli ampi spazi vivacemente colorati di giallo e rosso, cuore dell’esposizione.

 

La mostra

L’ironia, utilizzata nei secoli per smascherare certezze e proporre nuove rappresentazioni, ha trovato nel contesto italiano un terreno particolarmente fertile, spiega Lorenzo Balbi, co-curatore della mostra con Caterina Molteni e direttore del MAMbo: artisti di diverse generazioni hanno abbracciato la sua forza destabilizzante per mettere in discussione paradigmi consolidati. E aggiunge: “Celebrare la storia della nostra istituzione attraverso questo tema significa anche riflettere sul ruolo del museo oggi: un luogo di interrogazione continua, dove il pensiero critico si fa esperienza viva.”

Il percorso ripercorre la storia dell’arte del nostro Paese attraverso l’espediente critico e immaginativo dell’ironia sviluppato in macro-aree tematiche: il paradosso, il suo legame con il gioco, l’ironia come pratica di nonsense e l’ironia come arma femminista di critica al patriarcato e all’ordine sociale italiano, e poi ancora la sua relazione con la mobilitazione politica e l’ironia come forma di critica istituzionale.

 

L’allestimento

Filippo Bisagni, exhibition designer, dichiara subito che l’idea alla base del suo progetto è l’evocazione di un elemento architettonico disegnato da Aldo Rossi all’interno della sala delle Ciminiere in occasione della ristrutturazione dell’ex Forno del Pane a metà degli anni Novanta. Un grande parallelepipedo che conteneva una scala per raggiungere le sale espositive al primo piano, eliminato dopo la morte dell’architetto perché considerato non funzionale nella suddivisione tra spazi espositivi, aree di servizio e uffici.

Ecco quindi l’idea della rampa lunga 26 metri che sopraeleva il percorso espositivo fino a 2 metri con l’intento di far riaffiorare il progetto originale e, allo stesso tempo, permette allo spettatore di accedere a una selezione di opere, sintesi delle varie sezioni dell’esposizione.

Anche le forme dei display (un grande plinto cilindrico, una serie di profili aggettanti triangolari per le opere storiche, una struttura a base ottagonale all’interno della quale ascoltare poesie sonore) e i colori della sala (giallo e rosso) si ispirano a un’opera di Aldo Rossi del 1983, Macchina modenese, costruzione concepita come sintesi della sua architettura.

Le altre sale, corrispondenti a diverse sezioni della mostra, presentano ugualmente una bicromia, ma in colori differenti.

Nella divisione degli spazi l’allestimento vuole complessivamente richiamare l’idea di una piazza di una città immaginaria con attiguo porticato in cui le opere sono dei monumenti in un contesto urbano.

© Design People Soc. Coop.

articoli correlati